26.11.10
il manifesto Tortura di Stato, prescrizione incostituzionale
VIOLENZE DELLA PS AL G8 2001 La richiesta della procura di Genova per la Cassazione
Tortura di Stato, prescrizione incostituzionale
Marina Della Croce
La prescrizione del reato di
tortura è incostituzionale, se a compierla sono funzionari pubblici. La
Corte costituzionale deve intervenire cambiando le leggi dello stato
italiano per adeguarle ai principi della Corte europea dei diritti
umani. La procura generale di Genova ha deciso di puntare su questa
richiesta l'appello alla corte di cassazione presentato nei giorni
scorsi dopo la sentenza che lo scorso 18 maggio aveva condannato a 98
anni di carcere agenti e dirigenti della polizia per l'assalto al
dormitorio allestito nella scuola Diaz (durante le manifestazioni contro
il G8 del 2001) durante il quale erano stati picchiati e feriti donne e
uomini. «La giurisprudenza della Corte europea dei Diritti umani ha da
tempo e costantemente espresso un principio - scrivono i sostituti
Enrico Zucca e Franco Castaldi nel documento firmato anche dal
procuratore generale Luciano Di Noto - "Ogni qualvolta un rappresentante
dello stato è stato incriminato per fatti di tortura o maltrattamento è
di estrema importanza che i procedimenti penali e i giudizi non siano
soggetti a prescrizione e che non sia possibile concedere amnistia o
condono"». Dunque, l'articolo 157 del codice penale - quello che regola
la prescrizione e i cui tempi furono tagliati nel 2005 per volere del
secondo governo Berlusconi - è in contrasto con l'articolo 117 della
Costituzione, cioè con l'obbligo di adeguarsi all'ordinamento
comunitario. Perché anche se in Italia il reato di tortura non esiste, i
comportamenti contestati agli imputati sono assimilabili a quelli
citati dalla Corte europea come «causa di una sofferenza molto grave e
crudele» e «anche nelle modalità meno gravi e non assimilabili alla
nozione di tortura sono da considerarsi inumani e degradanti», tanto più
che l'Italia non si è mai adeguata neppure al principio Ue per cui «il
rappresentante dello stato posto sotto processo deve essere sospeso e se
condannato rimosso».
L'eccezione di legittimità costituzionale vale
solo per l'allora comandante del VII reparto mobile Vincenzo Canterini,
il vicequestore Michelangelo Fournier e gli agenti del reparto mobile
accusati di lesioni personali «semplici». Quelli responsabili di lesioni
gravi rischiano di veder confermata la condanna anche in cassazione,
visto che il reato si prescrive nel 2012. E la eventuale pronuncia della
corte costituzionale non interverrebbe comunque sulla prescrizione che
ha salvato dirigenti importanti della polizia di stato come Gilberto
Caldarozzi, Francesco Gratteri e Giovanni Luperi, condannati per falso e
calunnia. Ma un intervento della Corte costituzionale potrebbe cambiare
radicalmente il modo di giudicare fatti come quelli di Genova.
fonte "il manifesto " del 26 11 2010