02.12.03
IL MANIFESTO: Porte aperte a Bolzaneto
Porte aperte a Genova-Bolzaneto
Scolaresche in gita nella caserma del G8, presto benedetta dal cardinale
Bertone. Gli arrestati del 2001: «Veniamo anche noi»
A. MAN.
La caserma di polizia di Genova Bolzaneto, nota nel mondo per le violenze e i
soprusi sui manifestanti arrestati al G8 di due anni fa, diventerà una specie di
vetrina della polizia democratica. Dalla prossima primavera, gli insegnanti
delle scuole elementari genovesi vi porteranno intere classi in visita guidata.
L'ha annunciato venerdì scorso Maurizio Auriemma, comandante del VI reparto
mobile (ex celere) di Genova, che ha sede a Bolzaneto: «Non siamo la caserma
Aushwitz», ha detto il funzionario in conferenza stampa, risultando
involontariamente un po' ironico. Auriemma ha anche spiegato di aver raggiunto
un'intesa con il direttore scolastico regionale, Attilio Massara. E'
un'inquietante cartolina dal paese governato dal principe dei piazzisti
televisivi. Che però rimane, innanzitutto, un paese cattolico, nel quale le
vergogne si lavano con l'acqua santa. Se le scolaresche arriveranno solo in
primavera, già venerdì prossimo la caserma sarà benedetta dal cardinale di
Genova,
Tarcisio Bertone. Cominerà così una campagna che potrebbe chiamaresi «Porte
aperte a Bolzaneto».
Sull'iniziativa è intervenuto ieri il Comitato verità e giustizia per Genova,
animato dal giornalista Lorenzo Guadagnucci e da Enrica Bartesaghi, mamma di una
giovane che fu arrestata dopo il pestaggio nella scuola Diaz e trasferita
nell'inferno di Bolzaneto. Il Comitato ha scritto una lettera al comandante del
reparto mobile: «Gentile dottor Auriemma, abbiamo letto sui giornali del suo
progetto di aprire la caserma alle scuole. Ci sembra una bella idea. Potremmo
affiancare a lei e agli insegnanti alcune delle tante persone che passarono per
Bolzaneto nel luglio 2001, subendo angherie e vessazioni. Gli studenti avrebbero
così un quadro completo. Lei potrebbe spiegare, come ha già fatto, che nessuno
dei suoi uomini è indagato. I testimoni e noi del comitato - prosegue la lettera
- potremmo ricordare che 43 persone tra sanitari e e appartenenti a tutte le
forze dell'ordine sono indagate per episodi incompatibili con lo stato di
diritto. Tutti insieme potremmo compiere un'operaz
ione di verità: solo in questo modo Bolzaneto potrà riscattarsi dell'immagine
di `caserma Aushwitz'. Potremmo chiedere insieme, noi e voi, la verità su quanto
è accaduto».
Per Bolzaneto l'Italia è stata criticata da Amnesty international, dal
Parlamento europeo e dalla commissione dell'Onu per i diritti umani. Conclusi
gli accertamenti penali, potrebbe arrivare una sentenza di condanna dalla Corte
europea dei diritti umani. Tra i 43 che rischiano il processo a Genova ci sono
poliziotti, guardie penitenziarie e carabinieri che erano preposti alla
«trattazione dei fermati» durante il G8. E nessuno di loro, effettivamente,
appartiene al VI reparto mobile.
Per questo Auriemma, funzionario che ha i modi rigidi del militare ma è
considerato piuttosto equilibrato, è oggi l'alfiere di una campagna che sembra
ispirata dal Viminale. Ci ha messo molto impegno: «I bambini - raccontava
venerdì ai giornalisti - sono attratti dalle divise e dai mezzi della polizia di
stato. La visita sarà un'occasione per trasmettere un messaggio di affidabilità
e di credibilità». Ma guarda un po', proprio a Bolzaneto.