15.11.07
il manifesto GRATTIERI AL COMANDO NELL'ASSALTO DIAZ
GRATTIERI AL COMANDO NELL'ASSALTO DIAZ
Qualche testimone in aula lo aveva già riconosciuto. Una ragazza aveva
ricordato un uomo con la barba e un vestito elegante aggirarsi nella scuola,
dopo i primi istanti dell'irru¬zione. Ieri si è avuta la conferma: Francesco
Gratteri - ex capo dello Sco, poi questore a Bari, oggi capo della Direzione
anticrimine centrale - durante l'operazione alla Diaz aveva in mano le redini
del comando. Alle 23.59 è ripreso in via Battisti, mentre i Canterini Boys
fanno irru¬zione nella scuola. Alle 00.02 si in¬cammina e un minuto dopo entra
nella scuola: casco in testa e manga¬nello in mano. Poco dopo comanda un gruppo
di poliziotti in via Argonne: un suo cenno fa sì che il contingente si muova.
Da quel momento fino a oltre l'una di notte, Gratteri entra ed esce dalla
scuola, confabula con altri funzionari, parla con la stampa e infine ordina ai
carabinieri, disposti a difesa della zona, di lasciare un varco per il
passaggio dei poliziotti. 33 identificazioni e una posizione processuale che si
complica. Aveva detto di non essere mai entrato nella scuola.
Nell'aula bunker di Genova che ospita il processo Diaz, si spengono le luci e,
per una volta, non metaforicamente: il buio in aula accompagna il video
preparato dai consulenti tecnici di parte civile. Per la prima volta le due ore
di eventi tra l'irruzione e la fine delle operazioni sono messe in fila, minuto
per minuto, secondo per secondo. A scandire la se-quenzialità delle immagini
provvedono i riferimenti temporali: nello schermo adottato in aula, in basso a
sinistra c'è l'orario, sulla destra scorrono le telefonate che intercorrono tra
i funzionari e la questura, il ministero, le centrali operative. A dare voce
alle due ore di video, l'audio delle telefonate al 113 e 118, la diretta di
Radio Gap e di Radio Popolare, la voce di chi c'era. Il quadro d'insieme è
preciso, così come è forte, in termi¬ni emozionali, l'inizio del filmato:
l'irruzione, violenta, seguita da urla e da poliziotti che dall'esterno buttano
nel cortile della scuola oggetti trovati per strada. Radio Gap commenta in
diretta, mentre gli agenti sfon¬dano la porta. Fuori è il caos, men¬tre sullo
schermo scorrono le telefonate dei poliziotti: non se ne cono¬sce il contenuto
ma è ugualmente i importante scoprire che Sgalla, responsabile della
comunicazione della polizia, regista della conferenza stampa che mostrerà i
trofei recuperati alla Diaz, fin dal momento in cui inizia l'irruzione è al
telefono con il ministero dell'interno. Arrivano i primi parlamentari, Vittorio
Agnoletto, ex portavoce del Gsf. Graziella Mascia, Prc, parla ai giornalisti
descrivendo: «Non si trova un re¬sponsabile, il capo della polizia non risponde
e il questore ci ha detto che hanno un mandato del magistrato». Falso: nessun
mandato per l'operazione, l'ex questore Colucci doveva saperlo. Forse per
questo motivo Gilberto Caldarozzi, oggi ca¬po dello Sco, rimane per alcuni
minuti al telefono con Anna Canepa, pm genovese dei processi contro i
manifestanti e non in servizio la notte cilena di Genova. Il film prosegue.
L'irruzione si è ormai consumata: i funzionari e i dirigenti di polizia si
dedicano ai conciliaboli nel corti¬le. Gli abitanti della zona tempesta¬no di
telefonate il 113 denunciando pestaggi. Le risposte sono vaghe, i poliziotti
tagliano corto, anche con i colleghi che chiedono urgentemen¬te di poter
parlare con un funziona¬rio. Una operatrice osa chiedere nome e cognome a
Lorenzo Murgolo, all'epoca vicequestore vicario a Bologna, oggi al Sismi.
Murgolo sproloquia e inveisce, ma il focus che la consulenza effettua su di lui
chiarisce un punto ulteriore: non era lui il capo quella sera. La sua posizione
è collegata a quello che potrebbe essere l’'ultimo colpo di scena della Diaz:
l'ex questore Colucci, che aveva indicato in Murgolo il capo delle operazioni,
è stato infatti indagato per falsa testimonianza, trascinando con sé anche l'ex
capo della polizia Gianni De Gennaro. La conclusione delle indagini su
quest'ultimo e la eventuale ritrattazione in aula di Colucci costituiranno gli
ultimi colpi di coda del processo Diaz*
fonte. "il manifesto del 15 novembre 2007