23.07.08
Il manifesto Genova, le voci della follia
I VESPRI
Genova, le voci della follia
Norma Rangeri
Chiama il farmacista barricato nel negozio, chiama la signora che abita al primo piano, chiama il dirigente della clinica privata. Voci concitate («mandate qualcuno sta bruciando una macchina»), pa- rolacce («ma dove cazzo è la polizia!»), e analisi all ingrosso («que- sti ce l hanno con chi ha i soldi»). Sono le parole dei genovesi che telefonano al 113 per chiedere aiuto. Voci dal G8 di Genova, impaurite, allarmate, rabbiose dei cittadini che assistono impotenti alla guerriglia. «Sono tutti vestiti di nero, hanno anche il cambio dei vestiti: si può sparare?», do- manda con calma un signore che vorrebbe vederli morti. Un altro informa: «ho scattato molte foto dei manifestanti che stanno deva- stando i negozi, vi possono essere utili?». Telefona anche un parro- co che teme per la sua chiesa. Poi, quando si diffonde la notizia della morte di un ragazzo a piazza Alimonda, arrivano le chiamate strozzate dall ansia: «dicono che c è un morto, sapete il nome?», «mio figlio è alla manifestazione sapete il nome del morto?». Le immagini del corpo di Carlo Giuliani sono una lunga, durissima, sequenza. All altro capo del filo c è la poliziotta che prende le chiamate e risponde a chi la insulta, la prega, la interroga. Mantiene la calma, cerca di rassicurare («va bene, adesso mandiamo qualcuno»), di spiegare («ci sono scontri ovunque, siamo qui a lavorare per voi»), di reagire («è inutile che mi insulta»). Ma ormai l allarme è genera- le, è tutta la città che chiede aiuto, e la follia è padrona del cam- po. Il documento Il seme della follia (La7, lunedì), sulle giornate del G8, firmato dai reporter Roberto Burchielli e Mauro Parissone, è una cronaca dei fatti, ora per ora, tumultuosa, confusa. Dominata dalle comunicazioni con i capi dei reparti che perdono il controllo della piazza che essi stessi contribuiscono a far impazzire. C è chi urla «fate passare le tute bianche», chi ordina «fate prigionieri», chi istiga «avanzante anche travolgendo qualcuno, non ce ne im- porta niente». I fatti del G8 sono stati filmati in ogni dettaglio, la follia documen- tata dai mille occhi che hanno ripreso le scene sanguinose. In tv le avevamo riviste nel settembre dello scorso anno in una puntata di "Blu notte". Gli scontri furiosi, il pestaggio organizzato da polizia e carabinieri, i black block lasciati agire indisturbati. Ma, a differen- za di quel documentario, dove la scelta fu di selezionare per chiari- re gli elementi essenziali, qui Parissone e Burchielli, all opposto, mettono in evidenza (delle oltre seicento ore di comunicazioni tele- foniche e via radio) la ragnatela di voci che avvolge la città, l unica sceneggiatura in grado di rappresentare la follia. nrangeri@ilmanifesto.it