25.11.05
Il Giornale: la prima cambiale di Bertinotti: indagine sul G8
La prima cambiale a Bertinotti: indagine sul G8
- di Emanuela Fontana -
Emanuela Fontana
da Roma
Non volevano prendere le impronte ai clandestini per tenere lontani
dall'Italia i terroristi, ma chiedono di marchiare i caschi dei poliziotti
con numeri identificativi. Non volevano una commissione d'inchiesta sul
dossier Mitrokhin che si occupa di decenni di spie e ora vogliono quella
sul G8 di Genova, per far luce sulla morte di Carlo Giuliani e sulla
«responsabilità delle forze dell'ordine».
L'Unione non ha ancora un programma ufficiale, ma stanno arrivando i primi
sì alla costola più radicale della coalizione,
la recuperata Rifondazione comunista. È con comprensibile soddisfazione,
dunque, che Graziella Mascia, del Prc, annuncia sul quotidiano Liberazione
il via libera dagli alleati a una richiesta del partito di Bertinotti:
«Inchiesta sul G8, sì dell'Unione», titola il quotidiano comunista.
L'intervento della Mascia inizia così: «È accordo al tavolo dell'Unione
per due impegni di legislatura del 2006, per noi di straordinario valore
simbolico: l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui fatti di
Genova e l'approvazione di norme in materia di identificazione delle forze
dell'ordine».
L'idea di Rifondazione parte da una forte critica alla giustizia italiana:
«Proprio perchè ci è chiaro - si legge su Liberazione - che la giustizia,
in Italia e non solo, negli ultimi anni in particolare si manifesta per il
suo carattere di classe, forte con i deboli e debole con i forti, il
nostro impegno si è indirizzato in questi anni a una rilettura dei fatti
di Genova».
Rifondazione ritiene il «sì» dell'Unione una vittoria, perché, ricorda
Mascia, «il centrosinistra era al governo quando una violenta repressione
aveva colpito il movimento a Napoli e non aveva mai sentito bisogno di
aprire un'inchiesta su quei fatti».
Insomma, una bella «discontinuità sul passato». L'approvazione degli
alleati è stata messa nero su bianco in un testo redatto dal «gruppo di
lavoro sulla sicurezza». Un documento in cui l'Unione dà il via libera a
un'altra importante questione posta da Rifondazione: l'identificazione
delle responsabilità della polizia. I poliziotti «colpevoli di abusi e
violenza nella caserma di Bolzaneto e nella scuola Diaz - scrive
l'esponente di Rifondazione - erano tutti travisati, perciò difficilmente
riconoscibili nelle aule di tribunale».
Ecco dunque la proposta: marchiare sul casco e sulla divisa di ogni
poliziotto «un numero che consenta di identificarlo». In questo modo le
forze dell'ordine «si sentiranno maggiormente responsabili» e «forse i
giovani si sentiranno più tranquilli nell'andare in piazza a far sentire
la loro voce».
Sono proseguiti intanto anche ieri gli interrogatori nel processo genovese
sulla perquisizione alla scuola Diaz, in cui 29 poliziotti sono accusati
di violenze. Ronnie Brusetti, il ragazzo che nei giorni del G8 organizzò
il media-center,ha dichiarato che nella palestra della scuola erano stati
allestiti «training per azioni non violente». «I ragazzi - ha spiegato in
aula - imparavano come affrontare le situazioni di pericolo senza reagire
e senza entrare nel panico». L'altro teste della giornata, il medico del
Social forum Massimo Costantini, ha riferito invece di aver visto il
pestaggio di un ragazzo con «manganelli e calci nella pancia».
Siccome la magistratura «protegge i forti», l'Unione avvierà comunque una
commissione d'inchiesta,