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17.05.06

Giornale: G8, Cacciari (Prc) cerca prove di «repressione»

G8, Cacciari (Prc) cerca prove di «repressione»
- di Piero Pizzillo -


Prosegue il processo G8 - Bolzaneto «sotto osservazione» del fratello di
Massimo Cacciari. LA MONOTONIA DELLE UDIENZE ieri è stata interrotta dal
vivace intermezzo di un esterno ai lavori, il parlamentare di Rifondazione
Comunista, Paolo Cacciari (a proposito va ricordato che ai primi di aprile
su inziativa del comitato Verità e Giustizia è stato costituito un
Osservatorio per i fatti del 2001,con l' parlamentari, scrittori,
giornalisti, ecc). L'on. Cacciari, presente in aula,a dimostrazione del
vivo impegno del Prc nel sostenere la costituzione di una commissione
parlamentare sui fatti del G8 (comunque prevista nel programma Prodi),
parlando con i giornalisti ha detto che è impossibile pensare che i
vertici della polizia e del governo non sapessero cosa stava succedendo
nella caserma di Bolzaneto e alla Diaz. «Perchè - ha aggiunto - ci
ricordiamo che il ministro Castelli era lì , che il vice primo ministro
era da quelle parti e qualche parlamentare di An nella caserma dei
carabinieri».

«L'impressione - ha proseguito - è che ci sia stata una prova generale di
repressione di massa all'indomani dell'insediamento del governo
Berlusconi. Cioè che ci fosse una concertazione, che non si sia trattato
di odiosi e casuali eventi, di eccessi di qualche agente».
La dichiarazione di Cacciari è, quanto meno, incomprensibile. Non si
spiega perchè un esecutivo, sostenuto da una consistente maggioranza
parlamentare (sia Camera che Senato) avrebbbe dovuto fare prove di
repressione. Forse il parlamentare di Rc non era a Genova in quei tragici
giorni quando la città venne messa a ferro e fuoco dai black bloc e dai no
global (25 di quest'ultimi sono sotto processo), quando le forze
dell'ordine si trovarono impreparate a dovere fronteggiare una guerriglia
urbana di spietata violenza (basta vedere i filmati). Il processo ai 45
imputati (agenti e funzionari della polizia penitenziaria, della polizia
di Stato, una dozzina di carabinieri e cinque medici), a giudizio per le
presunte violenze fisiche e morali ai danni degli arrestati durante i
disordini del G8 e portati nella caserma di Bolzaneto, continua come da
calendario. Due o tre udienze settimanali dedicate agli interrogatori dei
testimoni (parti lese), che naturalmente lamentano di essere stati
percossi e maltrattati dagli «aguzzini in divisa o in camice» (ricordiamo
che tra le vittime v'è un tal Andrea Rostellato, arrestato il 21 luglio
2001 assieme ad alcuni compagni del circolo anarchico Askatasuna di Torino
per l'episodio del camion Iveco, pieno di bastoni, distribuiti ai
manifestanti, e di cui si occupò a suo tempo il pm Sergio

Merlo che chiese 5 rinvii a giudizio

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