24.07.11
genova repubblica G8, riparte dai cinquantamila la sfida dei no global
Repubblica Genova
G8, riparte dai cinquantamila la sfida dei no global
G8, dieci anni dopo: ultimo atto. Dopo il corteo che sabato ha riportato in piazza cinquantamila persone in un´atmosfera pacifica e festosa, ieri, a Sarzano, l´assemblea conclusiva. Con una convinzione: dopo lo choc della violenta repressione, a Genova il movimento no global è risorto.
MASSIMO CALANDRI
"A Genova è risorto il movimento"
No global in assemblea pensando al futuro: "Esorcizzato lo spettro della violenza"
La testimonianza del figlio di uno dei fratelli Cervi: preso il testimone della lotta partigiana
MASSIMO CALANDRI
Adelmo Cervi, figlio di Aldo, uno dei sette fratelli partigiani, ha usato poche parole semplici, intervenendo ieri mattina nel corso dell´assemblea internazionale di piazza Sarzano che ha chiuso gli appuntamenti per il decennale del G8. «I fratelli Cervi erano delle persone normalissime, che hanno fatto il loro dovere civile, perché avevano a cuore il destino degli altri. Non erano eroi. Il punto è che tanti - troppi - altri non sono intervenuti. Il problema è che bisogna muoversi, scendere in piazza. Come abbiamo fatto a Genova. E sono felice che fossero presenti molti giovani, che hanno preso idealmente il testimone della lotta partigiana. Questa è la strada giusta».
E´ stato il momento più emozionante di una giornata solare, perché il bilancio di questo mese di incontri ricordando quanto accaduto nel luglio 2001 - in particolare alla luce della folla che ha partecipato alla marcia di sabato - è largamente positivo. Coerente alla traccia originale - "Loro la crisi. Noi la speranza" - , l´ultimo evento si è chiuso con una dichiarazione comune che proietta i protagonisti di Genova verso il Forum sociale del Maghreb in programma alla fine del 2013. Da qui a due anni è in programma una serie di appuntamenti altrettanto importanti - a novembre il G20 di Cannes, il mese seguente il forum per la giustizia climatica di Durban, Sudafrica. Poi la conferenza brasiliana dell´Onu sullo sviluppo sostenibile Rio +20, il Forum mondiale alternativo per l´acqua nel futuro marzo a Marsiglia e anche la giornata di azione dei migranti il 18 dicembre - , preceduti da una riunione organizzativa prevista a Roma il 4 settembre. Nel capoluogo ligure è rinato il movimento, come spiega il biologo genovese Alberto Zoratti, che fa parte di Fair e della rete dell´economia solidale, e che è stato tra gli organizzatori di queste settimane altermondialiste: «In questi giorni come dieci anni fa, abbiamo dimostrato che i movimenti sociali sanno lavorare sulle idee e i sui contenuti. Lavorano per trasformarli in politica, per dedicarsi alla tutela dei beni comuni (l´acqua, l´aria, la terra) e dei diritti umani. Nel rispetto reciproco, facendo un passo avanti tutti insieme». Genova 2011 non è semplicemente un punto di ripartenza. «E´ un punto di snodo. Questa città aveva bisogno di un rito collettivo per dimostrare che è pacificata, che i movimenti sono pacifici, che lo spettro delle violenze è esorcizzato. All´immaginario collettivo serviva una marcia come quella di sabato. I genovesi sono scesi in strada e si sono uniti al corteo, un corteo che era composto da tante persone arrivate qui per conto proprio, spontaneamente». Senza l´ombra d´un partito. «L´assenza del mondo politico organizzato da un lato è positiva, perché ha lasciato spazio alle esperienze concrete, dall´altro mostra una volta di più la distanza tra il mondo istituzionale e i movimenti sociali»
Nel corso dell´assemblea è intervenuta anche Nicola Bullard, di Focus on the global south, coordinatrice del network Climate Justice Now: «Le mobilitazioni e le campagne per combattere il cambiamento climatico sono costruite dal basso, dai movimenti e dalle comunità indigene. Anche dalla gente di Genova, dai movimenti italiani». Cristophe Aguiton, di Attac France, ha ricordato come «a Porto Alegre 2001 ci fu la prima convergenza unitaria dei movimenti italiani, che ha costruito Genova, e che ha contribuito alla crescita dei movimenti europei. Noi abbiamo Sarkozy, voi Berlusconi: dopo giornate come quella di sabato, possiamo davvero pensare di battere la destra. Ma non basterà, se i partiti di sinistra che potranno salire al potere continueranno a far loro le logiche neoliberista che hanno creato questa crisi».