14.03.07
Gazzetta del Sud: pressanti le richieste di una commissione di inchiesta
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G8 Dopo la decisione della corte europea dei diritti dell'uomo di
Strasburgo di dichiarare ricevibile il ricorso
Giuliani, si fa pressante la richiesta di una commissione parlamentare
Il ministro Paolo Ferrero si domanda: «Chi ha voluto che a Genova finisse
in quel modo?»
Donatella Marossi
GENOVA
La decisione della corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo di
dichiarare ricevibile il ricorso dei genitori e della sorella di Carlo
Giuliani per riaprire il caso, archiviato dalla giustizia italiana, ha
ridato fiato alle richieste di una commissione parlamentare d'inchiesta
sui sanguinosi scontri durante il G8 del 2001 a Genova. Se il padre del
giovane ucciso durante l'assalto ad una camionetta dei carabinieri in
piazza Alimonda commenta lapidario «Evviva l'Europa» e la madre, Haidi,
oggi senatrice del Prc, ricorda che l'istituzione della commissione
parlamentare è contenuta nel programma dell'Unione, il ministro della
solidarietà sociale, Paolo Ferrero, afferma: «Credo ci sia da fare
chiarezza, senza criminalizzare nessuno, ma occorre stabilire cosa è
successo e chi ha voluto che a Genova finisse in quel modo». «Sono stato
testimone, come manifestante – osserva Ferrero – di comportamenti non
certo splendidi da parte di chi era lì per gestire l'ordine pubblico. Ora
mi aspetto che si ricostruisca chi ha deciso che cosa, chi comandava e
cosa ha ordinato in quei giorni perché ci sono state forme di repressione
che nulla avevano a che vedere col mantenimento dell'ordine pubblico».
Anche Franco Giordano, segretario di Rifondazione Comunista, era a Genova
nei giorni del G8. La sua testimonianza l'ha resa ieri mattina deponendo
come teste al processo a carico di 29 no-global accusati di devastazione e
saccheggio. Giordano ha definito "ingiustificate" le cariche della polizia
ed ha spiegato che, durante i fitti colloqui telefonici con l'allora
ministro dell'Interno Claudio Scajola (FI), ebbe «la sensazione che
Scajola non avesse l'esatta dimensione di quello che stava accadendo».
«Sia io sia Scajola – ha detto – volevamo evitare ogni forma di tensione e
che la manifestazione si svolgesse senza problemi cercando di individuare
i rischi ed evitando sollecitazioni esterne alla manifestazione». E l'ex
ministro dell'Interno ricorda che in quei torridi giorni di Genova «era
stato fatto tutto il possibile attraverso incontri e rapporti con ogni
parte in causa» per evitare incidenti. «Sono, altresì, ancora convinto –
prosegue Scajola – che se i partiti istituzionali avessero deciso di
seguire il mio consiglio di non sfilare insieme ai no global, avrebbero
contribuito alla migliore gestione dell'ordine pubblico da parte delle
forze dell'ordine, grazie alla più facile identificazione dei manifestanti
pacifici e di quelli più violenti». Secondo Vittorio Agnoletto, ex
portavoce del Genoa Sociale Forum e ora parlamentare europeo, «a questo
punto dovrebbe essere inevitabile la riapertura del processo anche in
Italia». «Un eventuale rifiuto da parte della Procura di Genova – ha detto
– oltre ad essere del tutto incomprensibile, dimostrerebbe che,
indipendentemente da qualunque evidenza giuridica, vi è un veto politico
contro la ricerca della verità su ciò che accadde quel giorno». Il
procuratore capo Francesco Lalla ha commentato: «La parte giudiziaria non
è sotto accusa, interlocutore è lo stato italiano per l'uso della forza e
la gestione dell'ordine pubblico durante il G8 a Genova. Noi abbiamo dato
risposte esaustive in merito al nostro operato». «Alla Corte di Strasburgo
– ha aggiunto – abbiamo spiegato di non essere entrati nel merito della
gestione dell'ordine pubblico perché non è nostra competenza». Isabella
Bertolini, vice capogruppo alla Camera di Forza Italia, invece definisce
«paradossale» la decisione della Corte europea dei diritti dell'uomo. Per
la parlamentare, «è inaccettabile che ad essere messe sotto accusa siano
quelle forze dell'ordine che, con spirito di servizio e coraggio, hanno
soltanto difeso Genova ed i suoi cittadini da un'orda barbarica violenta
ed incivile».
(mercoledì 14 marzo 2007)