01.03.04
Gazzetta del Sud: eccezionali misure di sicurezza
Eccezionali misure di sicurezza per il processo ai 26 no global
Fabrizio Tenda
GENOVA ? Tra eccezionali misure di sicurezza inizierà domani, nell'aula
magna del Palazzo di Giustizia, il processo a carico
di 26 no global, accusati a vario titolo, per le violenze di strada
avvenute durante il G8, di devastazione e saccheggio,
resistenza aggravata a pubblico ufficiale, porto e detenzione di
materiale esplodente, furto aggravato e continuato e lesioni
gravi. A rappresentare l'accusa saranno i pm Anna Canepa e Andrea
Canciani, titolari dell'inchiesta, coordinata dal
procuratore aggiunto Giancarlo Pellegrino. L'aula in cui si svolgerà il
processo sarà protetta dalle forze dell'ordine che, su
disposizione della Procura, non lasceranno entrare più di un centinaio
di persone e sarà accessibile da due varchi, uno
riservato per le persone che hanno titolo e interesse processuale
(giudici, imputati, parti offese, ecc.) e per i giornalisti e l'altro
destinato al pubblico. Sarà invece vietato l'ingresso di macchine
fotografiche e telecamere. Intanto da parte dei Disobbedienti
è stato annunciato «che il corteo di martedì tocchi l'area del
tribunale, che raggiunga coloro i quali vogliono presenziare al
processo e che saranno lì per occupare i 100 posti disponibili, assieme
a chi ha testimoniato pubblicamente la battaglia di
verità e giustizia». I difensori invece hanno già deciso le strategie
processuali: alcuni di loro invocheranno la legge «Cirami»,
che prevede il trasferimento dei processi per legittimo sospetto, mentre
altri potrebbero sollevare l' eccezione di
incostituzionalità della norma sulla devastazione e saccheggio. La
difesa ha inoltre presentato un elenco di una cinquantina di
testi. In particolare gli avvocati Mirko Mazzali e Fabio Taddei hanno
chiesto che vengano sentiti il presidente del consiglio
Silvio Berlusconi, il vicepresidente Gianfranco Fini, l'on. Filippo
Ascierto (An), il sindaco di Genova Giuseppe Pericu, i
parlamentari presenti alle manifestazioni, l'allora procuratore capo
Francesco Meloni, e i funzionari di polizia che ordinarono la
carica in via Tolemaide, tra cui il genovese Angelo Gaggiano. All'ex
procuratore i legali intendono chiedere chi erano i pubblici
ministeri di turno nei tre giorni del G8 e se erano stati avvisati della
carica delle forze dell'ordine in via Tolemaide contro un
corteo autorizzato. «Si tratta infatti ? commenta l'avv. Mirko Mazzali,
difensore di Stefano Caffagnini ? di un atto arbitrario
palese». Nel processo, in cui ci sono oltre 30 parti offese, si sono già
costituiti parte civile la presidenza del consiglio, tre
ministeri (Interno, Difesa e Giustizia), assistiti dagli avvocati dello
Stato Ernesto de Napoli e Gianmario Rocchitta. In
particolare la presidenza del consiglio sostiene di aver subito «un
grave danno non patrimoniale all'immagine del Paese nei
confronti dell'intera comunità internazionale».
(lunedì 1 marzo 2004)