29.02.04
Gazzetta del Sud: A Genova tra memorie e paure
La Gazzetta del Sud
A GENOVA TRA MEMORIE E PAURE
Non depositata la richiesta di rinvio a giudizio per i poliziotti
Processo ai 26 no global
Chiara Carenini
GENOVA ? Tre anni dopo, ancora tutti a Genova per l'inizio del processo
a 26 manifestanti accusati di devastazione e saccheggio. E' tappezzata
di foto e di memoria la sala rossa di Palazzo Tursi, la sede del
Municipio, dove è stata riproposta la petizione «mai più come al G8»: le
immagini della caserma di Bolzaneto, il sangue sul pavimento della Diaz,
Carlo Giuliani, la polizia in tenuta antisommossa. Sono tutti qui: i
Disobbedienti e il sacerdote che cita don Milani, i ragazzi che c'erano,
nel luglio 2001, e quelli che non c'erano, l'infermiere che prestò
servizio a Bolzaneto e che poi ne ha fatto un libro, Haidi Giuliani
seduta proprio di fronte alla foto di suo figlio. Due convegni, una
manifestazione in piazza, la carovana della pace, la riproposizione
della raccolta di firme per chiedere la Commissione d'inchiesta sui
fatti del G8 fino al corteo che martedì mattina partirà dalla Diaz per
passare da piazza Alimonda e poi arrivare al tribunale. Luoghi simbolo.
Il convegno inizia dall'ultima notizia sul fronte giudiziario: la
richiesta di rinvio a giudizio, ancora non depositata, per una trentina
di poliziotti accusati dei pestaggi alla Diaz e di aver costruito prove
false contro i manifestanti. Un atto che Vittorio Agnoletto, ex leader
del Genoa Social forum chiede che non passi inosservato. E poi la
seconda ombra: la costituzione in parte civile del Comune di Genova al
processo contro i 26 ragazzi. «Non so se la richiesta di costituirsi
parte civile sia stato uno scivolone che poi il sindaco Pericu ha voluto
difendere in tutti i modi ? ha detto Agnoletto ?, o se è stata una
questione politica che probabilmente ha a che vedere con dinamiche
amministrative genovesi e con cose che non hanno nulla a che vedere con
il G8. Certo, così come è stata fatta è sbagliata». Ma il sindaco Pericu
replica in serata: «Non esiste alcun assordante silenzio» da parte della
giunta comunale di Genova circa i fatti del G8 e sulla posizione tenuta
dal sindaco e dall'amministrazione a questo proposito. La terza ombra:
la città nuovamente blindata. «Genova non può rivivere il 2 marzo, in
occasione dell'apertura del processo contro i no-global, lo stesso
?stato di polizia? che fu instaurato in occasione del G8 nel luglio del
2001», dice Paolo Cento, vicepresidente della Commissione giustizia
della Camera. Una nuova ?zona rossa? sarà istituita attorno al
tribunale, solo cento posti per il pubblico in aula. Ma, dicono i
Disobbedienti, «esiste l'esigenza che il corteo di martedì tocchi l'area
del tribunale, che raggiunga coloro i quali vogliono presenziare al
processo e che saranno lì, martedì mattina, per occupare i 100 posti
disponibili, assieme a chi ha testimoniato pubblicamente la battaglia di
verità e giustizia». Perchè questo, dicono, è un processo illegittimo, e
ci sarà bisogno che sia pubblico.
(domenica 29 febbraio 2004)