07.02.07
G8, i testimoni smontano le «sevizie» di Bolzaneto
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G8, i testimoni smontano le «sevizie» di Bolzaneto
di Piero Pizzillo - mercoledì 07 febbraio 2007, 07:00
«Le due versioni sono state dettate dall’emotività del mio carattere». Una
dichiarazione strabiliante, fatta ieri dall’infermiere Marco Poggi, che fa
vacillare paurosamente il castello accusatorio nel processo ai 47 indagati
per le presunte violenze fisiche e morali a danno dei manifestanti,
arrestati nei disordini del G8 e transitati nella caserma di Bolzaneto.
Nonostante certi articoli truculenti, in cui si parlava di sangue e
pestaggi, la verità , un po’ alla volta sta venendo a galla. Poggi ha
svelato di non aver visto personalmente, contrariamente a quanto detto in
istruttoria, l’ormai famoso «strappo del piercing» da parte del medico
Toccafondi, ma di averlo intuito dalla smorfia di un altro infermiere. Non
è finita. Perchè l’infermiere Poggi riferendo ai pm genovesi e ai membri
della commissione parlamentare d’inchiesta, aveva parlato di sangue che
usciva copioso dal naso, ieri ha detto che era «un puntino rosso al naso».
Poggi ha dovuto sottoporsi al controesame della difesa. C’è voluta
l’abilità dell’avvocato Sandro Vaccaro che con il collega Nicola Scodnik
assiste il dottor Giacomo Toccafondi, a indurre il teste a modificare
quanto detto prima. Il legale, conoscendo a fondo gli atti del processo
sapeva che l’altro infermiere, Ivano Pratissoli (quello che aveva fatto la
smorfia) la pensava diversamente. Non c’è solo l’episodio del piercing, e
sul quale Pratissoli, interrogato nel pomeriggio ha detto di non aver
visto sangue (Toccafondi ha dovuto strappare con un po’ di forza
quell’oggetto, perchè non è consentito dalle norme carcerarie), ma vi sono
altre accuse di Poggi a Toccafondi, smontate dal collega. Uno riguarda il
trasferimento di un arrestato ferito in ospedale. Secondo Poggi è avvenuto
dopo 3 - 4 ore . Per Pratissoli, l’intervento fu immediato. Un altro è
relativo al pestaggio di un no global al quale avrebbe assistito
Toccafondi. Pratissoli l’ha escluso. Infine c’è l’episodio del sacchettino
dei «trofei», dove il medico avrebe messo gli oggetti presi e strappati ai
manifestanti. É emerso che nel sacchetto v’erano una maglia, alcuni
ciclostilati e altro, da buttar via. Insomma, spazzatura. A questo punto
il tribunale presieduto da Renato Delucchi (pubblici ministeri Vittorio
Ranieri Miniati e Patrizia Petruzziello) ha deciso, visto che le
deposizioni dei due testi erano contraddittorie, di porli a un confronto,
che si è svolto nel tardo pomeriggio. Un faccia a faccia che si è risolto
in una serie di «non ricordo», «posso essermi sbagliato», e altre frasi
dello stesso tenore.