25.04.04
Castelli: la sinistra sta coi delinquenti
http://www.lapadania.com/PadaniaOnLine/Articolo.aspx?pDesc=19092,1,1
Il ministro torna sull'azione della Lega in tema di legittima difesa
Castelli: ho le prove che la sinistra preferisce stare dalla parte dei
delinquenti
La riforma sulla legittima difesa è «una delle tante azioni che noi
facciamo in favore della sicurezza, in una battaglia continua contro la
sinistra». Parole chiare, quelle pronunciate ieri dal ministro della
Giustizia, Roberto Castelli, a Piacenza per l'inaugurazione della nuova
cittadella giudiziaria (e ancor prima intervenendo a Radio Padania).
«Ormai lo dico senza infingimenti - ha spiegato il ministro - Ho le prove
documentali: che la sinistra ha sempre privilegiato i delinquenti; noi
vogliamo privilegiare invece le vittime».
Per Castelli, anche sull'esito del dibattito parlamentare sulla tortura,
da parte della sinistra sarebbe stata operata «una strumentalizzazione
incredibile». Secondo il ministro, gli esponenti della sinistra in
Parlamento «sono gli stessi che da giovani buttavano le molotov; sono gli
stessi che approvavano l'intervento dei carri armati in Ungheria; sono gli
stessi che hanno nel Dna la cultura bolscevica, la propaganda costante e
martellante per cui una bugia ripetuta ossessivamente diventa la verità».
Il testo sulla tortura presentato dalla sinistra, ad avviso di Castelli,
«era semplicemente un mezzo maligno per cercare di proteggere i black bloc
contro la polizia a Bolzaneto, tanto è che non è un caso che questa legge
viene presentata poco dopo i fatti di Genova». Addirittura, ha spiegato,
«si voleva far passare per tortura una minaccia espressa una volta sola:
nel caso di un agente di polizia che interroga un indagato, un sospetto,
non gli può dire "guarda che se non dici quello che sai potrai scontare un
numero molto elevato di anni di prigione", questa è una minaccia che
diventa tortura».
La proposta della sinistra, per Castelli, sarebbe servita «per proteggere
i black bloc e invece dare addosso a gente onesta che lavora: in questo
caso gli agenti di polizia, i carabinieri e gli agenti di polizia
penitenziaria».
«Si tratta - ha aggiunto - di una delle tantissime, innumerevoli falsità
che la sinistra continua a perpetrare in una linea che è sempre quella. Mi
spiace che anche qualcuno della Casa delle Libertà sia caduto in questo
tranello».
Castelli ha rispedito al mittente anche le accuse che sulla legittima
difesa il ministro abbia fatto uno spot elettorale: «Ricordo che io ho
dato un input alla Commissione Nordio di occuparsi anche dell'articolo 52
del Codice penale a novembre 2001 - ha precisato il ministro - quindi come
si faccia a dire che è uno spot elettorale, francamente non si capisce. Si
tratta di una questione sulla quale la Commissione ha ragionato e per la
quale oggi si è arrivati a una conclusione: che poi gli ultimi episodi di
cronaca hanno riportato in evidenza».
Il ministro è intervenuto anche sulla questione della responsabilità della
grazia: «Il mio auspicio è che l'intera responsabilità venga ricondotta
all'autorità che a mio parere è giusto che l'abbia in capo: e cioè il
Presidente della Repubblica».
«Io spero che questo tema, così caldo in questo momento - ha aggiunto
Castelli - possa essere risolto a livello costituzionale».
«Occorre capire - ha poi detto Castelli - qual è il tormento di chi è
chiamato a decidere il destino di una persona. Io vorrei essere liberato
da questo peso». Secondo il ministro della Giustizia infatti quello della
grazia «è un peso che non auguro di avere sulla pelle a nessuno», perché
praticamente si decide della vita di un uomo: «perché chi è dentro non
vive».
Poi il ministro ha tracciato per l'ennesima volta il suo pensiero sulla
grazia: «È un istituto che non ha nulla a che vedere con il percorso fatto
dal detenuto prima del delitto, non è un quarto grado di giudizio, e non
ha attinenza con la formula eventualmente dubitativa della sentenza; poi
certo si valutano tutte le condizioni. Chi viene graziato è il reo, come
Pilato fa con Barabba».
[Data pubblicazione: 25/04/2004]