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07.12.06

carta: Genova è roba vecchia?



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Genova è roba vecchia?
Pierluigi Sullo

Abbiamo imparato la lezione.
Ad esempio: meglio evitare la retorica dell'indignazione, siamo sobri.
Oppure: evitare la psicosi del reduce e guardare al futuro.
Questo è - dall'esordio del secolo - il nuovo stile del movimento altermondialista, o come lo volete chiamare. Però ci sono eventi, e momenti, in cui a questa sobrietà, si aggiunge il fastidioso - perché morde allo stomaco - senso dell'ingiustizia.
Ci sono fatti o parole intollerabili. Come il fatto che quel pupazzo da talk show, ex portaborse di malversatori democristiani e parente di malversatori edilizi, ossia Pierferdinando Casini arringhi la poliziotteria in agitazione assicurando che, dipendesse da lui, mai si farà la commissione d'inchiesta sul G8 di Genova, perché loro, i tutori dell'ordine, non possono per definizione finire sul banco degli imputati.
E perciò si merita una ovazione dalle schiere poco ordinate.
Tanto più intollerabile, questa esibizione, perché viene subito dopo una serie di ammissioni del carabiniere indicato come colui che, sparando a un calcinaccio volante, uccise Carlo Giuliani: Mario Placanica.
L'ex imputato dice: Carlo lo ha ucciso un colpo sparato da qualcun altro, dopo che la mia camionetta era stata volutamente lasciata isolata per creare l'incidente, per cercare il morto, e io mi sono conquistato un immeritato trionfo, quando al ritorno agli acquartieramenti delle truppe fui acclamato al grido di: meglio morto quello lì che noi. E perché tanto entusiasmo?
Beh, perché - dice sempre il Placanica - gli ufficiali ci spiegavano che i terroristi, o no global, o black bloc, ci avrebbero tirato addosso le sacche di sangue infetto e aggridito con altre slealtà.
Di quelle che giustificano la reazione: quel che è poi avvenuto alla scuola Diaz e a Bolzaneto, il cui fedele resoconto - desunto dal lavoro dei magistrati - fa rivoltare lo stomaco, quasi come quando si va a vedere la "Notte delle matite spezzate": ma qui siamo in Italia, non in Argentina.
E poi la cascata di menzogne, gli arsenali nascosti e quelli inventati [i picconi e le bottiglie molotov nella scuola Diaz], i gas Cs, e insomma tutto lo schifo che conosciamo.
Tanto che, scrive Haidi Giuliani su Carta in uscita sabato, fanno venire mal di testa quelli che fingono di stupirsi di quel che Placanica racconta. E sì che Francesco Cossiga - per motivi che solo lui conosce e tiene ben coperti - ha inveito al senato contro l'allora [attuale e futuro] capo della polizia, Gianni De Gennaro, per via della "disastrosa gestione del G8 di Genova", definendo il tenutario del Viminale "quel losco figuro".
Ora la domanda è: vi pare con tutto ciò che il G8 di Genova sia acqua passata?
Che sia un reperto del passato e dunque non merita che il governo tenga fede a quel che ha promesso nel programma elettorale, ossia che sarebbe stata istituita la commissione parlamentare d'inchiesta? A me, e immagino ad alcune centinaia di migliaia di persone, o magari milioni, che in quelle strade c'erano e hanno visto e subìto, o non c'erano ma ne hanno ascoltato o visto il racconto, non pare affatto che è tempo di metterci una pietra sopra. Secondo il mio modesto parere, la stessa legittimità dell'Unione e del suo governo, nel rapporto con i suoi elettori, dipende esattamente dal fare quel che ha promesso, ossia ricercare le verità che la burocrazia giudiziaria cancellerà con le prescrizioni. Ne va del significato stesso della democrazia. Ed è questo quel che va dicendo la mamma di Carlo, ora senatrice con Rifondazione grazie allo stupendo gesto di Gigi Malabarba: dimettersi perché lei entrasse. Vogliamo darle una mano? Vogliamo darci una mano?

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