19.01.07
Carta: boicottaggio di stato
ASCA) - Roma, 18 gen - ''Non capita sovente di assistere ad
un gioco di prestigio dove improvvisamente due molotov prima
compaiono dal nulla e poi nel nulla scompaiono. Il
prestigiatore, ossia i vertici delle forze dell'ordine,
meriterebbero un plauso collettivo. Se non fosse che il
risultato di questo spettacolo non richiesto e' stato il
pestaggio selvaggio ed il ricovero in ospedale di una
novantina di giovani''. Le due bottiglie molotov, al centro
della richiesta dell'europarlamentare Vittorio Agnoletto,
gia' portavoce del Genoa Social Forum nei giorni del G8, sono
quelle acquisite come prove a carico dei 29 poliziotti
indagati nel processo per l'incursione nella scuola Diaz
durante il G8 di Genova nel 2001 e che oggi risultano
scomparse.
''Sono quelle - chiarisce Agnoletto - che la polizia
piazzo' all'interno della scuola Diaz con l'obiettivo di
accusare i 93 no-global ospiti dell'istituto di via
Battisti''. E la loro sparizione, secondo
l'europarlamentare, rappresenta l'''ultimo episodio di una
strategia volta a non far concludere il processo in corso''.
Per questo l'europarlamentare chiede, anche a nome dei
comitati delle vittime, chiede ''un incontro urgente con il
procuratore di Genova Francesco Lalla, cui chiederemo di
aprire un'indagine per individuare le responsabilita' di
coloro che dovevano custodire le molotov. Siamo di fronte al
disperato tentativo di contrastare l'ineluttabile condanna di
chi ordino' la sanguinosa irruzione nella scuola Diaz,
costruita a tavolino per colpire il Movimento e per
distruggere le testimonianze contenute nei computer del Genoa
Social Forum''.
Le bottiglie incendiarie, accusa Agnoletto, ''sono una
delle chiavi di volta di questo procedimento, la prova piu'
eclatante della montagna di imbrogli architettati dalla
Polizia di Stato. Le due molotov erano state sfacciatamente
mostrate ai giornalisti durante la conferenza stampa
organizzata in questura la mattina successiva alla violenta
irruzione''. A maggior ragione di fronte ad un simile evento
''la maggioranza di centro sinistra non puo' piu' sottrarsi
all'istituzione della commissione parlamentare di inchiesta
sul G8''. Commissione che dovra' individuare, conclude
Agnoletto ''anche le responsabilita' di chi allora dirigeva
le forze dell'ordine, gli stessi che oggi dirigono i
tentativi di occultamento delle prove che inchioderebbero
alle loro responsabilita' gli uomini della polizia, dei
carabinieri e della guardia di finanza''.
res-sis/cam/ss
(ASCA) - Roma, 18 gen - Il gruppo parlamentare di
Rifondazione comunista-Sinistra Europea, presentera' una
interrogazione sulla scomparsa delle due bottiglie molotov
acquisite come prove a carico dei 29 poliziotti indagati nel
processo per l'incursione nella scuola Diaz durante il G8 di
Genova nel 2001. Lo rende noto in un comunicato la vice
presidente del gruppo alla Camera, Graziella Mascia.
''Ogni tentativo di far luce su quanto accaduto in quei
giorni a Genova - spiega Mascia - finisce per rimanere
bloccato da strane e quanto mai inspiegabili vicende, come
nel caso della sparizione delle due molotov ritrovate nella
Diaz. Tutto questo, agli occhi dei nostri cittadini e
dell'opinione pubblica internazionale, contribuisce a dare al
nostro Paese e alle forze dell'ordine una immagine
assolutamente negativa''.
Al piu' presto, annuncia Mascia, capogruppo del Prc in
commissione Affari costituzionali ''presenteremo una
interrogazione per chiedere al Governo di riferire in merito
a questo ultimo gravissimo episodio continuando a sostenere
la necessita' di una commissione di inchiesta che
contribuisca a difendere l'immagine delle nostre
istituzioni''.
res-sis/mcc/ss
ASCA) - Roma, 18 gen - ''Siamo increduli: puo' davvero
accadere che la polizia di Stato faccia sparire elementi di
prova di un processo in corso?'' Se lo chiede in una nota il
Comitato Verita' e giustizia per Genova, che raccoglie le
vittime degli scontri di piazza avvenuti in occasione del G8
di Genova. ''Se davvero cosi' stanno le cose il primo
sentimento che proviamo e' di vergogna. Vergogna in quanto
cittadini''. Il comitato spiega di aver intrapreso, dopo il
luglio 2001, un battaglia di civilta': ''Il nostro Comitato
si batte per il rispetto dei diritti costituzionali,
calpestati piu' volte, sistematicamente, durante le 'giornate
di Genova'. Ora scopriamo che la polizia di stato arriva al
punto di far sparire le due bombe molotov, elementi chiave
dell'accusa, fra l'altro individuati durante l'inchiesta
grazie alla leale testimonianza di alcuni funzionari di
polizia''. Un corpo dello stato che, accusano ancora dal
comitato ''a quanto pare, intende ostacolare in tutti i modi
il corso della giustizia''.
La parola, secondo il Comitato, ''deve passare al governo
e al parlamento. Al primo chiediamo un intervento forte e
chiaro, a tutela della costituzione, della magistratura e
della credibilita' stessa della polizia di stato, al secondo
di non perdere altro tempo e di approvare subito
l'istituzione di una commissione d'inchiesta sui fatti del
luglio 2001, come previsto dal programma elettorale
dell'Unione''.
res-sis/mcc/rs
(ASCA) - Roma, 18 gen - ''E' una vergogna! Che sia dovuta a
dabbenaggine o che ci sia qualcosa di piu' serio dietro, il
fatto che le due bottiglie molotov 'trovate' alla Diaz siano
scomparse mettendo a rischio gli esiti del processo in corso
e' una vergogna inimmaginabile''. Duro il commento che Paolo
Beni, presidente di Arci nazionale, scrive a due mani insieme
al a Massimiliano Morettini, presidente di Arci Liguria e tra
gli animatori di quel contro-g8 del 2001 le cui ferite
restano avvolte, secondo Arci, da ''molti interrogativi'',
cui si aggiungono ''anche i fatti inquietanti della scomparsa
delle prove, che ci riportano con la mente all'Italia dei
misteri. Pretendiamo che cosi' non sia''.
''Com'e' possibile - si chiedono in una lettera aperta -
che una, se non la principale delle prove a carico contro i
29 poliziotti rinviati a giudizio per i fatti della Diaz,
sparisca cosi'? Anche se le bottiglie non si trovassero
perche' dimenticate in qualche fondo di magazzino, ci
troviamo di fronte ad un fatto gravissimo che fa seriamente
riflettere sul grado di civilta' giuridica e di etica
pubblica del nostro Paese''. Se poi, ipotizzano i leader
Arci, ''invece ci fosse dell'altro oltre la sciatteria
colpevole o la dimenticanza, ci sarebbe davvero da
inquietarsi. Tanto piu' per il fatto che quei drammatici
giorni aspettano ancora, ad ormai 5 anni dai fatti, un minimo
verita'.
Sulla vicenda di Carlo Giuliani, ricordano dall'Arci ''non
si e' celebrato nemmeno il processo. Gli altri in corso
procedono lentamente e con un concreto rischio di
prescrizione. La commissione parlamentare di inchiesta, mai
concessa dal Governo Berlusconi, non e' stata ancora
istituita dal Governo Prodi''.
res-sis/mcc/rs