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24.10.04

Carta: Avvocati mobili

Un?intera udienza del processo Diaz se n'è andata per un'obiezione di alcuni difensori dei ventotto poliziotti indagati. Tre avvocati hanno contestato ai magistrati inquirenti Enrico Zucca e Francio Cardona Albini di avere utilizzato come fonti di prova testi di intercettazioni telefoniche informato non originale. I due pm, in udienza, hanno spiegato di avere chiesto i tabulari alle compagnie telefoniche tramite la squadra mobile di Genova, com'è normale che sia, visto che la polizia giudiziaria è al servizio della magistratura. Le compagnie hanno inviato i tabulati in questura via fax e in questo formato sono stati utilizzati dai pm e poi allegati agli atti dei processo. I difensori per ore hanno contestato la mancanza degli originali, il rischio di manipolazione, l'impossibilita? di procedere con le udienze e sono arrivati a chiedere l'annullamento dell'intera udienza preliminare [cominciata il 26 giugno e destinata a prolungarsi almeno fino a novembre inoltrato.
Di fronte ai ripetuti no del gipDaniels Faraggi due avvocati hanno platealmente sbattuto la porta, annunciando che lasciano il loro incarico per l?impossibilità di esercitare il diritto alla difesa. Salvo rientrare in aula all'udienza successiva. Non paghi, ed evidentemente decisi a non lasciare nulla di intentato, hanno presentata un esposto ai capo della procura genovese,Francesco Lalla, e al procuratore generale, Domenico Porcelli, invocando un intervento che ripristinasse la legalità e consentisse i il pieno esercizio del diritto di difesa.
È stata una discussione paradossale perché nessuno dei legali ha osato sostenetere che vi fosse discordanza fra I tabulati originali e il fax inviato alla squadra mobile. Se si fosse sostenuto questo, tutti avrebbero immediatamente concordato con la richiesta delle difese, dalle partì civili ai pm, fino al giudice dell'udienza preliminare. Ma non vi sono state allusioni in tal senso. Si è solo parlatoli possibili manipolazioni, omissioni, Incertezze, sollevando quindi dei dubbi - più o meno consapevolmente - sui comportamento della squadra mobile genovese. Pareva che i difensori dei funzionari imputati non si fidassero del lavoro della polizia giudiziaria...
Si è trattato, piè probabilmente, di un tentativo di bloccare il corso delle udienze con l'obiettivo di tornare al punto di partenza, per guadagnare altro tempo [siamo già a tre anni e tre mesi di distanza dai fatti Il tentatlvo è fallito e alla fine il procuratore Lalla, per chetare la polemica, ha chiesto l'acquisizione degli originali, ora tutti potranno confrontarli coi fax e scoprire se per caso qualcuno, alla squadra mobile di Genova, ha truccato le carte per inguaiare ancor di più i colleghi già in difficoltà.
Il diritto alta difesa dei ventotto imputati sembra dunque in salvo, ma è stata comunque opportuna la precisazione di un gruppo di avvocati impegnati nella sigla delle parti civili.I diciassette legali [Bigliazzi, Ganestrini,Crisci, D'Àtidabbo, Guiglia, Meiosi,Mazzali,Menalone Miraglia,Nesta, Pagani, Passeggi, Roboni, Rossi, Taddei, Tambuscio, Tarlarmi] hanno ricordato come il diritto alla difesa, nell'arco della vicenda Diaz, sia stato leso e molto gravemente più di una volta, e nel silenzio generale. Leviolazioni cominciarono la notte stessa del blitz, quando ai 93 malcapitati fu impedito di essere a assistiti da avvocati o da persone di loro fiducia durante la perquisizione proseguirono µdopo il loro arresto., perché i contatti con gli avvocati furono impediti .fino allo svolgimento delle udienze di convalida. I diciassette ricordano anche le espulsioni sbrigativamente inflitte dopo la scarcerazione agli stranieri coinvolti nel blitz. Quasi tutti î provvedimenti furono poi dichiarati illegittimi e nulli, ma ?l'espulsione rese per mesi estremaanente difficoitoso l'esercizio dei diritto di difesa delle odierne parti offese.
Ristabilita la verità storica, l'iter giudiziario ha ripreso il suo corso. L'avvocato Alfredo Galasso, ultimo dei legali di parte civile a intervenire in udienza, ha detto che potremmo riassumere t vari capi d'accusa contestati ai ventotto imputati-falso, calunnia, lesioni, violenza privata, abuso d'ufficio, perquisizione arbitraria - in un unico concetto: Devastazione dei diritti fondamentali sanciti dalla costituzione. SI riparte da qui con le arringhe della difesa.

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