22.04.05
Bolzaneto a maggio la decisione
Ultima udienza per il G8 Entro maggio la decisione sul processo
Ieri le arringhe dei difensori dei poliziotti
Genova. Ultima udienza ieri mattina nella quale hanno preso la parola i
difensori degli imputati che devono rispondere dei sosprusi avvenuti
all'interno della caserma di Bolzaneto ai tempi del G8 genovese. E ieri,
il giudice per le udienze preliminari Maurizio De Matteis ha anche
snocciolato le prossime date previste: il 16 o il 20 maggio deciderà se
rinviare a giudizio i 47 imputati tra i quali alti funzionari di polizia,
agenti, carabinieri, uomini della polizia penitenziaria e medici.
La prossima udienza, per le conclusioni è infatti fissata per il 16
maggio: se poi i due pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati
chiederanno di replicare, si slitterà al 20 maggio. Il processo, se ci
saranno imputati rinviati a giudizio, è stato invece fissato per il 12
ottobre.
Tutti i legali intervenuti hanno chiesto il proscioglimento dei loro
assistiti. Per alcuni di loro gli avvocati hanno sostenuto che erano stati
presenti nella caserma soltanto per alcuni momenti e quindi non avevano
potuto rendersi conto delle violenze cui erano stati sottoposti alcuni
giovani no global fermati.
L'avvocato Ennio Pischedda, che difende il generale Oronzo Doria, ha
sostenuto, nell'udienza di mercoledì scorso, che il suo assistito era
responsabile del disciolto corpo degli agenti di custodia e che quindi non
aveva nessun potere sulla polizia giudiziaria. La sua posizione deve
essere archiviata, ha sostenuto l'avvocato, come è stato fatto per il suo
superiore, in quella circostanza, Alfonso Sabella. L'avvocato Umberto
Pruzzo che difende il commissario capo Anna Poggi, ha chiesto il
proscioglimento della sua assistita perché non esistono prove che abbia
avuto consapevolezza delle violenze avvenute all'interno della caserma.
Per quel che riguarda, invece, il procedimento per l'irruzione nella
scuola Diaz, il giudice Daniela Faraggi, ha deciso che la posizione di uno
dei 29 poliziotti imputati, può essere finalmente chiarita. Si tratta del
vicequestore romano Massimiliano Di Bernardini che il 26 giugno dell'anno
scorso, all'inizio dell'udienza preliminare, si trovava ricoverato in
stato di coma in ospedale dopo essere rimasto coinvolto in un grave
incidente stradale mentre viaggiava a bordo della sua moto. Il
procedimento a suo carico è stato fissato al 9 maggio per poi proseguire
il 18 maggio con la costituzione delle parti civili. Il giudice aveva
predisposto una perizia per chiarire le condizioni di salute dell'imputato.
Nei giorni scorsi la consulenza medica è stata depositata e da essa
risulta che le attuali condizioni di salute del poliziotto sono migliorate
per cui può partecipare al procedimento a suo carico. Il vicequestore Di
Bernardini è il poliziotto che per primo parlò con i pubblici ministeri
inquirenti delle due bottiglie molotov trovate nella scuola la sera
dell'irruzione da Pietro Troiani, a sua volta imputato di falso e
calunnia. Le bottiglie incendiarie, secondo la ricostruzione della
pubblica accusa, sarebbero state usate come false prove della polizia per
giustificare l'arresto dei 93 manifestanti, che poi vennero tutti
prosciolti.
Elisabetta Vassallo
22/04/2005