13.03.05
Ansa: PM depostiano memoria di oltre 500 pagine per Bolzaneto
http://www.ansa.it/main/notizie/fdg/200503122111190989/200503122111190989.html
G8: BOLZANETO, PM DEPOSITANO MEMORIA DI OLTRE 500 PAGINE
GENOVA - Trattamento inumano e degradante in violazione dell'art. 3 della
Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell'uomo e delle liberta'
fondamentali.
Cosi' i pm Patrizia Petruzziello e Vittorio Ranieri Miniati hanno definito
gli insulti, il sadismo, i calci, i pugni e le botte, che hanno rasentato
la vera e propria tortura, subiti dagli arrestati che sono transitati
nella caserma di Bolzaneto durante il G8 del luglio 2001.
I pm hanno tuttavia contestato agli indagati, poliziotti, medici, guardie
carcerarie, carabinieri, come scelta ''prudenziale'', la violazione
dell'art. 3 della Convenzione dei diritti umani e non la tortura ''per la
durata del trattamento rapportata al tempo di permanenza dei detenuti
presso la struttura''.
Il ''j'accuse'' e' contenuto in una memoria di 534 pagine depositata e
illustrata oggi al gup Maurizio De Matteis, nel corso dell'udienza
preliminare per i fatti di Bolzaneto, per cui sono stati chiesti 47 rinvii
a giudizio. Sono 15 dirigenti e agenti della polizia, 16 dirigenti e
agenti della polizia penitenziaria, tra cui il generale Oronzo Doria, 11
carabinieri e 5 medici, di cui 3 donne.
I magistrati hanno ricordato ''il taglio di ciocche di capelli a Taline
Ender, Massimiliano Spingi, e Sanchez Chicarro, lo strappo della mano a
Giuseppe Azzolina, il capo fatto infilare nel wc alla turca a Ester
Percivati, l'umiliazione di Marco Bistacchia costretto a mettersi carponi
e ad abbaiare come un cane e il pestaggio di Mohamed Tabbach, persona con
un arto artificiale''.
E' stato anche rievocato l'episodio umiliante imposto ad Hinrrichs Meyer
Thorsten, costretto a indossare un cappellino rosso con la falce e un pene
al posto del martello, con il quale e' stato costretto a girare nel
piazzale senza poterlo togliere.
Per sottolineare lo stato dei detenuti nella caserma, la pubblica accusa
ha citato anche un brano del libro ''Un anno di Costituzione italiana:
art.13'' di Andrea Camilleri, il quale parlando delle torture in Iraq,
sottolinea che ''l'occhio immediatamente ti cadeva non sull'ebete e sadica
soddisfazione del torturatore, ma su chi veniva torturato riducendolo a
cosa, a oggetto, ad armalo: manichino per addestramento.., ex omo ora cane
al guinzaglio... non piu' omo ma solo un pezzo di carne trimante offerto
alla vucca spalancata di un cane''.
La memoria, suddivisa in cinque capitoli, illustra dapprima la storia del
carcere provvisorio e il numero delle persone transitate (252), poi le
prime indagini, l'organizzazione, i reati e i responsabili ai vari
livelli, gli esecutori materiali, e infine le conclusioni.
I LIVELLI APICALI
Nella memoria, alla voce dei Responsabili, il livello apicale a Bolzaneto
viene indicato per la Polizia di Stato il vice questore Alessandro
Perugini, e il commissario capo Anna Poggi (entrambi indagati); per
l'Amministrazione Penitenziaria il magistrato coordinatore Alfonso Sabella
(per il quale e' stata chiesta l'archiviazione), il generale Claudio
Ricci, il generale Alfonso Mattiello, l'allora colonnello Oronzo Doria
(indagato), i capitani Pasquale Migliaccio, Ernesto Cimino e Bruno
Pelliccia, tutti del disciolto Corpo degli Agenti di Custodia, l'Ispettore
della Polizia Penitenziaria Antonio Biagio Gugliotta (indagato).
''Certamente i soggetti 'apicali' - hanno spiegato - non hanno
materialmente svolto davanti alle celle la vigilanza degli
arrestati.Incombevano pero' sugli apicali gli oneri ed i poteri legati
alla posizione di garanzia nonche' quelli legati alla qualifica di
ufficiali di PG''.
AREA SANITARIA
L'infermeria allestita nella caserma di Bolzaneto che avrebbe dovuto
essere un luogo di assistenza e di aiuto per le persone detenute, una
sorta di ''zona franca'' da maltrattamenti, era diventata, secondo
l'accusa, un'altra tappa del percorso di umiliazione. ''E' emerso - hanno
sottolineato - che l'impatto delle parti offese con i medici avvenisse in
condizioni di soggezione fisica e morale analoghe a quelle generali; non
va dimenticato infatti che il triage avveniva all'ingresso del padiglione
e quindi in pratica subito dopo il ''comitato di accoglienza'' e che
spesse volte il medico veniva scambiato per un poliziotto''.
I REATI
I reati contestati sono a vario titolo abuso d'ufficio, violenza privata,
abuso di autorita' contro detenuti o arrestati, falso, violazione
dell'ordinamento penitenziario e della convenzione per la salvaguardia dei
diritti dell'uomo e delle liberta' fondamentali.