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05.07.05

ANSA: G8: A PERA 10.000 FIRM

G8: A PERA 10.000 FIRME...' DELLE 13.56) (ANSA) - ROMA, 30 GIU -

Sara aveva 21 anni nel luglio 2001, ed era andata da Lecco a Genova, con alcuni amici, per partecipare al Social Forum. Non si aspettava certo di diventare,
insieme ad alcuni di loro, protagonista di una pagina nera della cronaca
italiana.
La madre, Enrica, racconta con molta pacatezza come andarono le cose,
in quei ''giorni terribili'' che di sicuro la sua famiglia non dimentichera' mai. Proprio per ottenere giustizia e verita', Enrica Bartesaghi ha costituito un
comitato che da quattro anni si batte per fare chiarezza e denunciare
cosa accadde quel fine settimana di luglio 2001.
''Accadde che mia figlia la sera di sabato 21 mi telefono' alla fine delle manifestazioni, per dirmi che andava a recuperare lo zaino nella scuola dove aveva dormito, la Diaz, per poi prendere il primo treno e tornare a casa. Il
giorno precedente - precisa - ero preoccupata perche' arrivavano notizie di tensione a Genova, ma poi mi ero tranquillizzata quando Sara mi aveva spiegato che avrebbe dormito in una scuola, insieme a giornalisti e avvocati''.
Ma dopo quella telefonata, Sara scompare. ''A Lecco non e' tornata, al
cellulare non rispondeva. Ho telefonato a questura, caserme, ospedali, ovunque, chiedendo informazioni su mia figlia. Nessuno sapeva dirmi nulla. Non abbiamo
avuto sue notizie fino a lunedi' a mezzogiorno''. Quasi due giorni di
angoscia e paura, ''fino alla telefonata di un avvocato del Genova Social Forum che ci informa che Sara era in arresto e la stavano portando nel carcere di
Vercelli. Siamo andati subito e la sera e' stata scarcerata''.
Una volta a casa, Sara racconta quello che e' successo. ''Era rimasta vittima dell'assalto alla Diaz - riferisce la madre - aveva ricevuto colpi di manganello ed era stata portata in ospedale, dove le aveva riscontrato trauma cranico e lesioni, come testimoniano i referti. Dopo la medicazione, pero', era stata subito portata alla caserma di Bolzaneto. E li' altre violenze e torture. Costringevano questi ragazzi a stare per ore in piedi, senza poter dormire, senza acqua ne' cibo ne' coperte, se andavano in bagno le ragazze venivano insultate e prese a calci. Non hanno potuto avvisare la famiglia ne' un avvocato.
Questo e' durato dall'alba di domenica fino a mezzogiorno di lunedi'''. E' per denunciare tutto questo e altro - conclude - che abbiamo costituito il Comitato e che io stessa mi sono costituita parte civile al processo per i fatti di Genova''.
ANSA).

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