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07.11.06

Ansa: continuano testimonianze su Bolzaneto

Continuano a Palazzo di Giustizia di Genova, con le
testimonianze di altri quattro testi, il processo per
le violenze nella caserma di Bolzaneto avvenute
durante il G8 del 2001, davanti ai giudici della terza
sezione del Tribunale penale, presieduta da Renato
Delucchi. Il racconto piu' grave e drammatico č stato
quello fatto da Mohamed Tabbach, 52 anni, nato ad
Aleppo (Siria), ma residente in Villastellone (Torino)
picchiato e insultato, nonostante le sue condizioni di
invalido. Il processo č a carico di 44 imputati tra
agenti di polizia penitenziaria, medici, e forze
dell'ordine. Gli imputati sono accusati, a vario
titolo, di abuso d'ufficio, falso, violenza privata,
lesioni, percosse e minacce e per l'art. 608 (misure
di rigore non consentite dalla legge nei confronti di
persone detenute sotto la propria custodia). Tabbach
ha rievocato il pestaggio subito il 22 luglio dopo
essere finito a terra nella caserma di Bolzaneto.
Poliomielitico e claudicante, il manifestante era
stato arrestato il 21 luglio nella scuola V Maggio, a
Quarto, e poi portato nella caserma, dove era dovuto
rimanere in piedi per tutta la notte, riuscendo
faticosamente a mantenere la posizione obbligata. La
mattina dopo era stato aggredito e picchiato da un
gruppo di agenti , di cui uno - secondo il suo
racconto - della Polizia penitenziaria, si era
particolarmente accanito a picchiarlo, colpendolo
ripetutamente su tutto il corpo con il manganello,
sulla schiena, sui fianchi e sulle braccia, senza
risparmiare la gamba poliomielitica e sferrando calci
con forza su entrambe le gambe. "Alle percosse - ha
detto - venivano aggiunti insulti, quali: "Comunisti
di merda! Vecchio bastardo!". "Per pių di 24 ore - ha
aggiunto - ho subito quest'incubo, fino al pomeriggio
del giorno 22, quando ci avvisarono che saremmo stati
condotti nel carcere di Alessandria. Prima di
avviarci, fummo sottoposti a visita medica e, condotti
in una stanza a due, tre alla volta, davanti a
numerosi agenti, anche donne, ci veniva imposto di
spogliarci nudi, senza alcun senso di decoro o
riservatezza per le nostre persone". (Ansa)

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