12.12.07
6 anni dopo a Genova: per scrivere la nostra storia.
Da IL GIORNALE DAL MOLIN dicembre 2007
GENOVA: ANDATA E RITORNO
6 anni dopo a Genova: per scrivere la nostra storia.
Di Chiara Spadaro
Il treno e' sempre stato il mezzo piu' “popolare” per viaggiare.
Quel curioso microcosmo in movimento ti permette di raggiungere la meta che ti sei prefisso, con la certezza di incrociare lungo il viaggio qualche nuovo compagno e scopririre fuori dal finestrino paesaggi nascosti.
Spesso si prende il treno per andare in qualche luogo, talvolta dopo lunghe discussioni e ripensamenti per progettare il viaggio nei minimi dettagli, altre volte, per caso, d'istinto.
In alcuni casi, il viaggio e' un ritorno.
E anche sul treno per Genova, in viaggio verso la manifestazione del 17 novembre, c'era chi andava e chi tornava.
In molti hanno deciso di tornare, sei anni dopo le giornate del G8 nel luglio 2001, e a loro tanti si sono aggiunti, per opporsi alla “storia del potere” e riscrivere la propria di storia.
“E' fondamentale tornare a Genova, prima di tutto per tornare a quegli ideali” ha scritto Alex Zanotelli prima di salire sul “treno del ritorno” per Genova.
“Ma diventa ancora piu' urgente tornare a Genova perche' il governo sta tentando di riscrivere la storia di quelle giornate.” continua Alex.
Un “voto di parita'” alla Commissione Affari Costituzionali della Camera (con 22 voti a favore e altrettanti contrari), ha infatti bocciato lo scorso ottobre la propsota di legge per l'istituzione di una Commissione di Inchiesta sui fatti del G8 di Genova.
Come se non bastasse, i pubblici ministeri hanno dato il massimo della pena per i manifestanti del luglio 2001, accusati di “devastazione e saccheggio”: 225 anni per 25 imputati.
“La vostra repressione non ci impedira' di riscrivere la storia” recitava uno striscione portato in corteo dai comitati arrivati a Genova da Taranto.
Ed e' pe r questo che era importante esserci.
Per non lasciare che le penne impazzite dei poteri alti possano cancellare, ne' cambiare quelle che Amnesty International ha definito come “la piu' grave sospensione dei diritti democratici in un paese occidentale dopo la seconda guerra mondiale.”
I fatti del luglio 2001 a Genova non si dimenticano, ne' si giustificano.
Non li ha dimenticati chi li ha vissuti in prima persona, partecipando alle manifestazioni in occasione del G8.
E proprio la memoria di chi c'era ha permesso anche gli altri di conoscersi e in qualche m odo sentirsi comunque coinvolto.
Pe r questo a Genova sabato 17 novembre eravamo piu' di 100 mila.
Migliaia di persone sono arrivate – in treno appunto – nel capoluogo ligure, per riaffermare il diritto a manifestare e rivendicare il rispetto degli impegni presi dal governo Prodi.
Il corteo che ha attraversato Genova era determinato nel riaffermare la verita', tuttora negata, sul G8 di 6 anni fa.
La verita' che viene dai movimenti che lottano, a livello locale e globale, contro le assurde logiche di guerra e repressione imposte dall'alto.
Sono proprio quei movimenti che hanno ribadito a Genova la volonta' di diventare autori della storia di domani, “contro l'arroganza dei potenti” come ha detto don Gallo.
E la storia riparte da Genova, per arrivare a Vicenza.
Un filo rosso sembra legare queste due citta', piazze dei movimenti che hanno molto in comune, a partire dal tradimento subito dal governo “amico” o presunto tale.
La commisssone di inchiesta sui fatti del G8 di Genova prevista nel programma di governo e poi bocciata in parlamento, e la svendita della citta' veneta, da parte di un governo sottomesso alle logiche di guerra dei “potenti”, hanno tradito la fiducia che alcuni riponevano nel nuovo governo.
Per questo i movimenti che lottano per difendere i beni comuni e che cercano un'altra democrazia e un altro modo di fare politica erano a Genova, per rivendicare il rispetto degli impegni presi dal governo Prodi a Genova come a Vicenza.
Ed ora dopo Genova anche a Vicenza c'e' chi si prepara a tornare.
Per riempire un'altra piazza, per scrivere la propria storia.