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19.09.03

Rete contro G8, Giovanna Pasteris - Sergio Tedeschi

Prendiamo atti che a due anni dai gravissimi fatti di Genova non abbiamo
assistito all'ennesimo insabbiamento di un'indagine scomoda per chi ha fatto
del potere uno strumento a proprio uso e consumo e non al servizio della
democrazia.
E' evidente che questo è avvenuto anche e soprattutto per le innumerevoli
testimonianze individuali e collettive, le foto, le riprese TV dei numerosi
giornalisti ed operatori e di semplici cittadini italiani e stranieri.
Tutto il mondo ha potuto vedere e sentire attraverso la stampa e la tv ciò
che è veramente avvenuto. Era facile rendersi conto del tentativo da parte
del governo italiano di mettere la sordina ai gravi episodi di violenza
fisica e psicologica , di far passare gli aggrediti per aggressori ed i
massacratori per persone aggredite mentre cercavano di riportare un po'
d'ordine in città. La copertura dei media ha permesso a tutti di vedere
come le cosiddette " forze dell'ordine" (polizia, carabinieri, guardia di
finanza) hanno agito in maniera selvaggia, aggredendo manifestanti pacifici,
mentre hanno lasciato passare ed agire in maniera indisturbata coloro che
stavano effettuando danni e devastazioni alle cose lungo il loro passaggio.
Queste azioni delle "forze dell'ordine" non sono certamente avvenute a caso
o per decisione improvvisa di singoli o di gruppi di agenti di PS, di
carabinieri, di guardie di finanza.
A nostro avviso ciò che è avvenuto sulla strada, alla Diaz, a Bolzaneto è
stato dettato da precise disposizioni dall'alto.
Gli alti funzionari presenti in luoghi strategici che l'anno sentito e/o
guidato le azioni, come pure la contemporanea presenza presso il comando dei
carabinieri e la questura di altri importanti funzionari, ministri e
parlamentari della maggioranza ne sono la prova lampante.
Siamo consapevoli che non tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine sono
da considerare violenti massacratori; chiediamo quindi loro di lavorare
all'interno delle proprie strutture perché non permangano zone d'ombra
nell'espletamento del loro lavoro.
Ci piace ricordare il giuramento da loro fatto alla Costituzione italiana,
che prevede il diritto alla manifestazione del dissenso; lo stesso capo
della polizia De Gennaro ci garantì il rispetto di questo diritto.
Vogliamo credere che i procedimenti avviati dalla procura della repubblica
possano proseguire liberamente e nella massima trasparenza affinché si
giunga in tempi giusti a definire le vere responsabilità e non restino dubbi
e sospetti.
Per queste ragioni è più che mai necessaria l'istituzione di una commissione
parlamentare d'inchiesta per individuare eventuali responsabilità politiche
che la magistratura ordinaria avrebbe mille difficoltà ad accertare.
Quello che noi chiediamo, e che tutti i cittadini chiedono, è la pura e
semplice verità: non vogliamo vendetta, ma giustizia sì.

Giovanna Pasteris - Sergio Tedeschi della rete controg8 per la
globalizzazione dei diritti

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