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27.06.07

27 Giugno 2007 — Genova, presidio davanti al tribunale di Genova

IL COMITATO VERITA’ E GIUSTIZIA PER GENOVA

Organizza un presidio davanti al tribunale di Genova

Mercoledì 27 giugno 2007 alle ore 13

“ALLA RICERCA DELLA VERITA’ SULLA DIAZ”


Nelle ultime settimane, abbiamo visto sfilare in aula, in ordine di
comparizione:

a) il vice-capo della Polizia di Stato, prefetto Antonio Manganelli, il
primo di una serie di alti funzionari chiamati a testimoniare durante il
processo per l´assalto alla scuola Diaz del luglio 2001. Manganelli ha
ricordato le sue telefonate con Francesco Gratteri, già capo del Servizio
centrale operativo, poi promosso questore di Bari ed oggi direttore della
direzione anticrimine centrale.

A luglio del 2001, Manganelli era in servizio in Puglia ma - essendo
comunque coinvolto nella gestione della sicurezza dell´evento internazionale
- restava in contatto con i super-poliziotti presenti a Genova.


b) un ex questore di Genova, Francesco Colucci, chiamato come testimone, ha
dichiarato una serie imbarazzante di "non ricordo" e di correzioni rispetto
a deposizioni precedenti. Colucci è stato poi iscritto nel registro degli
indagati per falsa testimonianza;


c) Lorenzo Murgolo, ora ai servizi segreti, si è avvalso della facoltà di
non rispondere, opzione legittima in quanto ex indagato nell'inchiesta, ma
di dubbia eticità trattandosi di funzionario dello stato, che dovrebbe
fornire la massima collaborazione alla magistratura;


d) l'ex vice capo della polizia, Ansoino Andreassi, anche lui testimone, che
spiega candidamente come il 21 luglio 2001 da Roma (cioè dal capo della
polizia Gianni De Gennaro) arrivò l'ordine di arrestare quante più persone
possibile: "Si fa sempre così in questi casi - ha detto Andreassi. È un modo
per rifarsi dei danni ed alleggerire la posizione di chi non ha tenuto in
pugno la situazione. La città è stata devastata? E allora si risponde con
una montagna di arresti”.

e) Vincenzo Canterini, nel frattempo promosso questore. L'ex comandante del
reparto mobile sperimentale della polizia di Stato, quello che fece
irruzione alla scuola Diaz di Genova il 21 luglio 2001, ha dichiarato che
alla scuola Diaz c’era una “macedonia di polizia”, di aver visto una ragazza
in una pozza di sangue, ma che “non era di sua competenza”, davanti al
pubblico ministero che lo accusa di falso, calunnia e concorso in violenze.
Anche lui, come i precedenti testimoni, indica nel prefetto La Barbera, nel
frattempo deceduto, ed in Lorenzo Murgolo (non imputato) le maggiori
responsabilità della perquisizione alla Diaz.

f) Michelangelo Fournier, imputato nel processo per i fatti della Diaz, ha
messo a nudo la strategia dell'omertà e della menzogna seguita in questi
anni dalla polizia di stato sui fatti di Genova. Fournier ha detto di avere
mentito e taciuto in questi sei anni per "spirito di appartenenza", dando
un'accezione del tutto errata di questo concetto, un'accezione incompatibile
con la Costituzione repubblicana.

Il capo della polizia Gianni De Gennaro lascia l'incarico con un'accusa
infamante - l'istigazione alla falsa testimonianza.

Le sole ultime deposizioni al processo Diaz hanno mostrato il degrado morale
della polizia di stato, fra dirigenti che rifiutano di rispondere ai pm, un
ex questore indagato per falsa testimonianza, mentre l'unico funzionario
(Fournier) che offre uno squarcio di verità - la "macelleria messicana" –
decide di parlare solo dopo sei anni.

Nel frattempo gli altri imputati hanno rinunciato a testimoniare al processo
in corso, per evitare, come dichiarato dai loro difensori, le “torture”
inflitte a Canterini e Fournier. Questo è il rispetto che questi personaggi,
poliziotti ed alti funzionari della polizia di stato, imputati di gravissimi
reati, hanno di un Tribunale della Repubblica.


Per anni abbiamo denunciato gli abusi compiuti a Genova e le coperture
garantite a chi le ha commesse, chiedendo a più riprese una tempestiva
sospensione dei dirigenti imputati e la rimozione del capo della polizia.
Non siamo stati ascoltati.

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