16.05.05
Dopo una lunga odissea
Dopo una lunga odissea di udienze e le deposizioni/denunce di trecento manifestanti che sono passati da quel luogo di tortura e che hanno raccontato di dita divaricate fino a strappare le mani, di medici che li insultavano invece di curarli, di pearcing staccati di netto dalle orecchie, di cellulari con «faccetta nera» di secondini che cantavano «uno due tre viva Pinochet, oggi finalmente il gup di Genova Maurizio De Matteis ha disposto, accogliendo la richiesta della procura della repubblica genovese e degli avvocati costituitisi a difesa delle parti civili, il rinvio a giudizio di 45 dei 46 imputati. Tra loro agenti penitenziari, poliziotti, carabinieri, medici e infermieri. Agli apici della catena di comando sono stati individuati, per la polizia di stato, la commissaria Anna Poggi e il vicequestore Perugini, famoso per un filmato che lo ritrae in piazza in quei giorni mentre cerca di picchiare un ragazzino di Ostia tenuto fermo da diversi agenti, a Oronzo Doria, allora colonnello della polizia penitenziaria, tutti disposti a menare le mani o a tacere sulle azioni altrui, salvo due infermieri che subito dopo decisero di raccontare tutto dando una spinta decisiva all'inchiesta.
Gli imputati sono stati tutti rinviati a giudizio per i numerosi e comprovati abusi ai danni dei manifestanti trattenuti nella caserma lager di Bolzaneto. Nella caserma Bixio a nord di Genova, tramutata con decreto in prigione provvisoria per le retate del G8 «furono adottati tutti i meccanismi al fine di abbattere la resistenza dei detenuti e ridurne la dignità» (come dichiarato dal PM Miniati in udienza). E se nella richiesta di rinvio a giudizio dei Pubblici Ministeri non si parlava esplicitamente di tortura, gli avvocati del Genoa Legal Forum Gianelli e Tartarini hanno invece più volte richiamato lo spettro delle torture inflitte ai manifestanti , sotto forme di abusi, sevizie e violenze d'ogni tipo inflitte ai manifestanti trattenuti nella prigione degli orrori. I legali ricordano le fratture alle mani e le percosse ai genitali, gli episodi in cui un manifestante inginocchiato è stato costretto ad abbaiare e quindi infilatagli la testa in una turca, per finire con il caso un cittadino siriano (Mohamed Tabbach) di 46 anni, che è stato preso a calci e pugni perchè non riusciva stare in piedi per ore sulla sua gamba artificiale. Per tutti percosse, minacce di violenze anche sessuali e l'impossibilità di comunicare con familiari, legali e ambasciate.
Mentre molti tra i difensori degli imputati tacciono e Alfredo Biondi, vicepresidente della Camera e difensore di 11 sottoufficiali dei Carabinieri, si dichiara più amareggiato che stupito per la decisione, invero ampiamente prevedibile, gli avvocati delle vittime, costituitesi parti civili, esprimono viva soddisfazione per questo primo importante risultato, che conclude anni di lunghe indagini ostacolate in ogni modo dagli apparati delle amministrazioni carcerarie e di polizia. Sottolineano gli avvocati del Genoa Legal Forum, da anni impegnati nei processi per i fatti di Genova , come sia stato appieno confermato quanto da loro sempre sostenuto e cioè che tutti, a partire dai capi al vertice della struttura lager di Bolzaneto hanno pianificato gli abusi e permesso che in quei tristi giorni a Genova si verificasse una delle più gravi compromissioni dei diritti delle persone che la storia della nostra Repubblica ricorda. Ancora più grave perché erano persone detenute, già private della loro libertà personale; persone che in quella caserma, a prescindere dal comportamento precedente che ve le aveva portate, erano inermi e impotenti, spesso ferite, quasi sempre spaventate e terrorizzate. Quei reati commessi da pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni sono poi stati coperti da un monte di menzogne per cercare di coprire i misfatti. Il rinvio a giudizio odierno accoglie in toto le richieste del Genoa Legal Forum e parla infatti di abuso d'ufficio, violenza privata, abuso d'autorità contro detenuti o arrestati, falso, violazione dell'ordinamento penitenziario e della Convenzione per i diritti dell'uomo, in particolare dell'articolo 3 della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti umani. (che stabilisce il divieto di tortura e di trattamento inumano e degradante)
Gli avvocati delle vittime dichiarano di aspettarsi ora che i vertici politici e militari adottino senza indugio adeguati provvedimenti nei confronti dei poliziotti e carabinieri imputati per le violenze commesse all'interno della caserma Bolzaneto, sospendendo dal servizio persone che hanno dimostrato di calpestare in maniera così ignobile i più elementari principi di diritto e legalità
Fausto Gianelli - Genoa Legal Forum
P.S.:
Tra le vittime dei fatti di Bolzaneto che si sono già costituite e che da oggi possono finalmente sperare in un provvedimento che dia loro giustizia anche Mauro, che a Genova venne fermato per strada nella giornata di sabato 22 luglio e poi percosso duramante per strada, durante il tragitto al posto di Polizia e infine trattenuto per un giorno e mezzo a Bolzaneto. Qui, nonostante avesse immediatamente chiesto di poter avere la mia assistenza come legale di fiducia, è stato malmenato e ripetutamente percosso. Oggi anche per lui, come per gli altri 129 che a Bolzaneto vennero brutalmente , si apre la possibilità di avere non solo il risarcimento dei danni fisici e morali subiti ma anche di ricominciare a avere un po' di fiducia in questo Stato che a loro ha mostrato in quei giorni il suo aspetto più ignobile.
Gli imputati oggi rinviati a giudizio sono 5 tra medici e infermieri penitenziari, 12 carabinieri, 15 guardie carcerarie e 14 poliziotti. Tra loro anche 9 donne.