COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
Newsletter n. 10 – 24 Febbraio 2005
COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
NEWSLETTER n. 10 - febbraio 2005
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GENOVA
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SOMMARIO
1. La raccolta fondi
2. Finalmente Bolzaneto
3. La Diaz ad aprile
4. Il processo per devastazione e saccheggio
5. La prescrizione
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1. LA RACCOLTA FONDI
I procedimenti giudiziari, come diciamo sotto, stanno entrando nel vivo,
perciò è importante intensificare la raccolta fondi, in modo
da garantire un adeguato sostegno al lavoro dei legali e alle parti civili.
Sappiamo che i processi saranno lunghi, dureranno anni, e quindi abbiamo
necessità di programmare il nostro futuro: le strutture da mantenere,
a cominciare dalla sede, le spese per le innumerevoli attività connesse
ai processi. Perciò rilanciamo il nostro appello a tutti i cittadini,
affinché non facciano mancare il loro sostegno: questo è il
momento di essere presenti, di agire affinché non si dimentici e
la ricerca di verità e giustizia sia svolta, da parte nostra, con
strumenti adeguati. I membri del Comitato sono disponibili a partecipare
a incontri, cene di finanziamento, iniziative varie.
Abbiamo rilanciato la nostra campagna "Adotta un manifestante"
anche verso i parlamentari, chiedendo un contributo. Fra i primi a rispondere
con un versamento sul conto corrente figura Vittorio Agnoletto, ex portavoce
del Genoa Social Forum. Pubblicheremo sul sito i nomi dei parlamentari aderenti
a questa iniziativa.
2. FINALMENTE BOLZANETO
Finalmente il 26 gennaio è cominciata l'udienza preliminare per i
fatti di Bolzaneto. Ci sono voluti tre anni e mezzo perché le indagini
si concludessero, con la richiesta di rinvio a giudizio per 47 persone fra
carabinieri, poliziotti, agenti penitenziari, medici e infermieri. Le parti
civili costituite sono finora 137: fra loro anche tre coppie di genitori
di ragazzi finiti nella caserma. Le parti lese che non lo hanno ancora fatto
(ed eventualmente anche altri genitori) sono ancora in tempo a costituirsi
come parti civili al processo: possono farlo durante l'udienza preliminare
o all'inizio del processo vero e proprio.
Ci vorranno ancora alcuni mesi, ossia una lunga serie di udienze, prima
che il giudice decida se accettare o meno la richiesta di rinvio a giudizio.
Lo abbiamo detto mille volte lo ribadiamo. Bolzaneto è la nostra
Abu Ghraib, è la riprova che il fenomeno della tortura riguarda da
vicino anche le democrazie occidentali. E' ora che gli italiani aprano gli
occhi: gli abusi sui detenuti, che a Genova furono plateali e avvennero
in un clima da dittatura sudamericana, riguardano le nostre caserme e le
nostre carceri. Non possiamo permettere che continui l'ipocrisia dell'opinione
pubblica e di gran parte del nostro ceto politico: l'Italia ha seri problemi
da affrontare quando si parla di rispetto dei diritti umani. Decine, centinaia
di segnalazioni di Amnesty International, Antigone e altre organizzazioni
si sono accumulate nel corso degli ultimi anni, ma ancora siamo uno dei
pochi paesi europei a non avere una legge che disciplini la tortura. Il
procedimento per i fatti di Bolzaneto può essere l'occasione per
rimettere in agenda la questione. L'avvio dell'udienza preliminare per Bolzaneto
è passato quasi inosservato: pochissime notizie sui quotidiani, nessuna
notizia in televisione. E i politici - incluse le opposizioni - hanno taciuto,
come se niente fosse avvenuto...
- Lettera aperta alla Gad (ora Unione) di Lorenzo Guadagnucci
http://www.veritagiustizia.it/comunicati_stampa/perche_taci_su_bolzaneto.php
3. LA DIAZ AD APRILE
Il processo per i 28 agenti e dirigenti di polizia rinviati a giudizio per
i fatti della scuola Diaz comincerà il 6 aprile (anche in questo
caso eventuali parti lese che non lo abbiano ancora fatto, potranno costituirsi
come parti civili). Sarà un appuntamento particolarmente importante,
perché sarà il primo, concreto passo verso quell'obiettivo
che ci siamo prefissi fin dalla nascita: ottenere giustizia nei tribunali
per gli innumerevoli abusi compiuti dalle forze dell'ordine durante il G8
di Genova. Sarà un processo di rilievo nazionale e internazionale.
E' facile prevedere che anche la stampa straniera seguirà l'evento
con attenzione, perché saranno in aula alcuni dirigenti collocati
ai piani più alti della polizia di Stato. In Italia in questi anni
l'attenzione attorno ai procedimenti giudiziari è stata intermittente,
e soprattutto ha solo lambito la nostra classe politica, che salvo alcune
eccezioni preferisce non occuparsi di un tema ritenuto troppo scottante.
Eppure sappiamo che la giustizia dei tribunali, se mai si arriverà
a delle condanne, sarà un risarcimento solo parziale della ferita
aperta a Genova nel luglio del 2001. Non ci stanchiamo di chiedere al mondo
politico un serio esame di coscienza e una valutazione a tutto campo degli
effetti prodotti dalla sospensione dello stato di diritto vissuta quattro
anni fa. I dirigenti delle forze dell'ordine sembrano inseguire il traguardo
dell'impunità, o almeno della prescrizione, e si rifiutano di ammettere
i propri errori e di fare i conti con le proprie gravi responsabilità.
Il parlamento dovrebbe decidersi a mettere all'ordine del giorno almeno
quei provvedimenti che abbiamo raccolto nella petizione "Mai più
come al G8", o almeno la coalizione di centrosinistra dovrebbe includerli
nel proprio programma di governo in vista delle elezioni del 2006. I segnali
che arrivano non sono incoraggianti, ma non ci stanchiamo di inclazare i
nostri politici.
- Una lettera aperta di Enrica Bartesaghi a Piero Fassino
http://www.veritagiustizia.it
..../lettera_aperta_al_compagno_piero_fassino.php
4. IL PROCESSO PER DEVASTAZIONE E SACCHEGGIO
Proseguono intanto a Genova le udienze del processo contro 25 manifestanti
accusati di devastazione e saccheggio. Il giudice sta ascoltando decine
di testimonianze. E' difficile fare una sintesi dell'andamento del processo.
Hanno colpito, nelle deposizioni di alcuni agenti delle forze dell'ordine,
le contraddizioni e addirittura le amnesie. Sono emersi episodi inquietanti
come la prova che alcuni agenti usarono mazze e altri strumenti fuori ordinanza.
All'inizio di febbraio è stato ascoltato anche Giulietto Chiesa,
presidente onorario del Comitato Verità e Giustizia per Genova, che
ha confermato ciò che vide, in particolare, il 20 luglio. Giulietto
si è soffermato sugli errori compiuti dalle forze dell'ordine, come
la carica al corteo delle tute bianche senza lasciare vie di fuga, o la
caccia all'uomo scatenata contro i manifestanti. E' stata una deposizione
importante, che contribuirà a una compiuta ricostruzione dei fatti.
5. LA PRESCRIZIONE
Sui processi di Genova, o meglio su quelli per la Diaz e Bolzaneto (nel
processo ai 25 si contestano accuse con pene molto più gravi, fino
a 15 anni di carcere), incombe il pericolo della prescrizione. Un pericolo
che diventerà una certezza se sarà approvata la legge detta
"salva-Previti". Le inchieste sono state lunghissime e i processi,
che contano decine di imputati e testimoni, non saranno da meno. I reati
contestati comportano però pene relativamente basse (nei casi più
gravi fra i cinque e i sette anni): in sostanza questi processi rientrano
nella casistica destinata a cadere sotto la scure della prescrizione abbreviata.
Questa situazione ovviamente non cambia il nostro impegno, ma fa capire
quanto i fatti di Genova siano correlati alla stagione politica che stiamo
vivendo. E' facile prevedere che le difese degli imputati faranno il possibile
per allungare i tempi e arrivare alla prescrizione, specie se sarà
approvata la "salva-Previti" con l'attuale formulazione. Tutto
questo, in ogni caso, non toglie valore ai procedimenti in corso: non siamo
animati da spirito di vendetta, ma da senso di giustizia, e crediamo che
sia comunque importante avviare i dibattimenti e procedere con i vari gradi
di giudizio. Gli escamotage sono quello che sono: dei mezzucci che poco
hanno a che fare con la ricerca della verità e col senso di responsabilità
che deve animare chi rappresenta le istituzioni democratiche.