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19.01.05

PROCESSO CONTRO LA TORTURA

PROCESSO CONTRO LA TORTURA

luglio 2001, caserma di Genova Bolzaneto, Italia:

TORTURATA N° 81
subiva minacce anche a sfondo sessuale da persone che stavano all'esterno "entro stasera vi scoperemo tutte"; subiva percosse al suo passaggio nel corridoio da parte di agenti; colpita con violenza con una manata alla nuca; costretta a firmare i verbali relativi al suo arresto, che la stessa non voleva firmare; mostrandole le foto dei suoi figli, prospettandole che se non avesse firmato non avrebbe potuto rivederli,

TORTURATO N° 11
percosso con calci e pugni alla schiena e insultato, costretto a stare coricato a terra prono con gambe e braccia divaricate e testa contro il muro; ingiuriato con frasi, ritornelli ed epiteti a sfondo politico ("comunisti di merda" "vi ammazzeremo tutti"); percosso al passaggio nel corridoio e insultato anche con sputi; costretto a stare a carponi da un agente che gli ordinava di abbaiare come un cane, e di dire "Viva la polizia italiana"

TORTURATA N° 21
percossa nel corridoio durante l 'accompagnamento ai bagni, le torcevano il braccio dietro la schiena nonché colpita con schiaffi e calci; insultata con epiteti rivolti a lei e alle altre donne presenti in cella: "troie, ebree , puttane", ingiuriata con sputi al suo passaggio in corridoio; minacciata di essere stuprata con il manganello e di percosse; costretta a rimanere, senza plausibile ragione, numerose ore in piedi

Questi sono solo alcuni esempi di quanto hanno dovuto subire centinaia di persone, italiani e stranieri, costretti per molte ore a sottostare ad ogni genere di violenze e torture nella caserma di Genova Bolzaneto, durante il G8, a Genova.

In quei giorni furono calpestati e negati tutti i diritti che la nostra costituzione sancisce a tutela dei fermati e degli arrestati. Nessuno di loro, italiano o straniero, poté contattare avvocati, parenti, consolati. A nessuno di loro fu comunicato il motivo del fermo o dell'arresto, dove si trovassero, dove sarebbero stati condotti in seguito. Nonostante molti di loro fossero feriti (68 di loro provenivano dalla Scuola Diaz) non furono curati, furono costretti a firmare falsi verbali di arresti, a dichiarare di non voler contattare legali o consolato.

Nessuno di loro ebbe diritto a cibo, acqua, sonno, furono costretti per molte ore a rimanere in piedi con le braccia alzate contro al muro.

I giorni 27 e 29 gennaio 2005 a Genova, ci sarà l'udienza preliminare a carico di 47 funzionari ed agenti delle forze dell'ordine e del corpo delle Guardie Carcerarie, medici ed infermieri:

12 carabinieri, 14 agenti di polizia, 16 guardie penitenziarie, 5 tra medici e infermieri

accusati delle violenze commesse ai danni degli arrestati e dei fermati, da venerdì 20 alla domenica 22 luglio 2001, nella caserma di Genova Bolzaneto.

Non essendo previsto nel nostro ordinamento uno specifico reato di tortura, la Procura della Repubblica ha chiesto il rinvio a giudizio per i reati di abuso d'ufficio, lesioni, percosse, ingiurie, violenza privata, abuso di autorità contro gli arrestati, minacce, falso, omissione di referto, favoreggiamento personale.

Noi chiediamo ai media, ai parlamentari democratici, alla società civile, di essere presenti, di sostenere quanti furono torturati in quei giorni e che, nonostante ancor oggi soffrano le conseguenze degli abusi subiti, hanno avuto il coraggio di denunciare quanto accadde a Bolzaneto.

Nessuno dei presunti responsabili delle torture è stato nel frattempo rimosso o almeno sospeso dai propri incarichi.

Enrica Bartesaghi
Presidente del comitato verità e giustizia per Genova

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