13.04.05
PERCHE' IL COMUNE NON E' PARTE CIVILE AL PROCESSO DIAZ?
PERCHE' IL COMUNE NON E' PARTE CIVILE AL PROCESSO DIAZ?
Signor sindaco, signori assessori,
è passata una settimana dalla prima udienza del processo per i fatti
avvenuti alla scuola Diaz il 21 luglio 2001, e abbiamo atteso invano un
segnale da parte vostra. In aula, mercoledì 6 aprile, abbiamo notato con
amarezza l'assenza del Comune fra le parti civili. Speravamo sinceramente
di vedere l'amministrazione comunale, nei modi e coi limiti previsti dalla
legge, a fianco delle 93 persone che quella notte di quasi quattro anni fa
subirono in questa città violenze e abusi indegni di uno stato
democratico. Alcune di queste 93 persone erano presenti all'udienza ma
ancora una volta hanno avvertito un senso di solitudine. Queste persone
hanno di Genova un'immagine distorta: associano la città alla caduta
verticale dei diritti civili avvenuta durante il G8, e forse non ne
conoscono il nobile e glorioso passato di baluardo antifascista e
democratico. Sappiamo, per averne avuto innumerevoli testimonianze in
questi anni, che la cittadinanza genovese è dalla parte di chi alla Diaz -
e non solo lì - subì violenze ingiustificate e fu privato dei più
elementari diritti umani e civili, perciò ci saremmo aspettati di vedere
il Comune presente in tribunale per costituirsi come parte civile.
I motivi per compiere questa scelta non mancano e più volte se ne è
parlato anche pubblicamente. Lei stesso, signor sindaco, circa un anno fa
accennò alla volontà del Comune di costituirsi come parte civile per i
danni materiali subiti durante l'irruzione della polizia alla scuola Diaz.
Noi crediamo che si potrebbe fare di più, riferendosi anche ai danni
morali e di immagine inflitti alla città, associata ormai nel mondo alle
brutali violenze del G8, ma naturalmente non possiamo sostituirci al
consiglio comunale e alla giunta nel compiere questa valutazione. Possiamo
però chiedere a lei, signor sindaco, e alla sua giunta, di non tirarsi
indietro, di non sfuggire alle responsabilità che toccano a un Comune che
ha una così importante tradizione democratica e progressista.
Il processo per i fatti della Diaz è un passaggio cruciale nella
battaglia per la tutela delle garanzie costituzionali. Un episodio così
grave non può restare impunito senza minare la credibilità della polizia
di Stato e delle istituzioni democratiche, perciò la ricerca di verità e
giustizia dev'essere uno sforzo collettivo, che può e deve cominciare in
tribunale. E' per queste ragioni che le 93 persone che il 21 luglio 2001
furono brutalmente aggredite e ingiustamente arrestate non si sono arrese
e continuano a battersi secondo le regole della democrazia e del diritto.
E' per queste ragioni che si sono costituite come parti civili. Sono le
stesse ragioni che dovrebbero spingere il Comune di Genova a fare
altrettanto.
In attesa di un cortese riscontro, vi inviamo i nostri saluti
COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA
Genova, 13 aprile 2005