01.07.08
Manifestazione 8 Luglio a Roma
Con questa lettera il Comitato Verità e Giustizia per Genova aderisce alla manifestazione a Roma dell'8 Luglio organizzata dalla redazione di Micromega (http://www.micromega.net)
Cari amici,
ormai dal 2001, quando al G8 di Genova furono compiuti dalla forze dell'ordine innumerevoli abusi, ci battiamo affinché sia fatta giustizia, nelle aule dei tribunali e anche nella coscienza civile del paese. Siamo convinti che il comportamento delle istituzioni, con riguardo a Genova G8, sia una cartina di tornasole sullo stato di salute della nostra democrazia. Sotto questo profilo, il bilancio politico-istituzionale dei sette anni trascorsi è a nostro avviso allarmante: i vertici dello stato, nonostante fatti storici ormai accertati, non hanno mai preso le distanze da quegli episodi né chiesto scusa alle vittime dirette degli abusi e all'intera cittadinanza; il parlamento si è rifiutato di istituire una commissione d'inchiesta, come sarebbe stato indispensabile fare (e ci è impossibile dimenticare il grave errore compiuto dalla maggioranza di centrosinistra, che bocciò un anno fa la commissione); i maggiori imputati al processo Diaz, altissimi dirigenti di polizia, invece di incorrere in una sospensione, come avverrebbe in una normale democrazia, sono stati addirittura promossi, anche in questo caso con logica "bipartisan".
Sul piano processuale si è concluso in primo grado un processo riguardante 25 manifestanti, condannati a pene pesanti (anche dieci anni) per vari episodi molto diversi fra loro: è l'unico processo che non rischia né la sospensione né la prescrizione. A causa di un'archiviazione a nostro avviso irragionevole (basata sulla tesi che il colpo mortale fu sparato in aria e venne deviato da un calcinaccio!), non si è mai tenuto un dibattimento sull'uccisione di Carlo Giuliani in piazza Alimonda: sul caso pende ancora il ricorso della famiglia alla corte europea. Il tribunale civile di Genova, come è noto, ha condannato il ministero degli Interni con cinque diverse condanne a risarcire alcuni cittadini ingiustamente e arbitrariamente picchiati durante le manifestazioni: non è stato possibile identificare gli agenti picchiatori, ma il tribunale ha riconosciuto che i pestaggi gratuiti vi furono.
Restano i processi riguardanti alcune decine di agenti, funzionari e dirigenti delle forze dell'ordine. Uno, sulle violenze commesse in piazza Manin (durante il G8 "piazza tematica" delle associazioni pacifiste) è ancora in fase istruttoria; gli altri, sui maltrattamenti inflitti ai detenuti nella caserma di Bolzaneto e sulla "macelleria messicana" alla Diaz (la definizione è di uno dei funzionari che parteciparono all'operazione) sono invece vicini alla conclusione. Questi procedimenti sarebbero sospesi per un anno dall'emendamento detto 'salva premier' inserito nel decreto sicurezza.
Sarebbe un colpo di mano gravissimo e anche una beffa: il processo per i fatti di Bolzaneto, che conta 45 imputati e oltre 200 parti civili, è alla vigilia della sentenza di primo grado, prevista per il prossimo 21 luglio; quello riguardante la Diaz, con 29 funzionari e dirigenti di polizia imputati, arriverà a sentenza nell'autunno prossimo. Sono processi importanti e delicati, condotti con grande difficoltà, e destinati ad avere un effetto solo simbolico, a causa della prescrizione in arrivo per quasi tutti i reati nel gennaio 2009. La sospensione, oltretutto, condannerebbe quasi certamente i processi all'estinzione, a causa delle complicazioni burocratiche: fra un anno, uno slittamento di pochi mesi sarebbe sufficiente a scivolare fino ai termini fissati per la prescrizione.
Crediamo che un esito del genere sarebbe uno scempio giuridico e un attentato alla lettera e allo spirito della costituzione. Una sentenza di primo grado, in entrambi i processi ormai quasi conclusi, consentirebbe alla magistratura, quindi allo stato, di mettere nero su bianco un suo giudizio - sarebbe il primo - su alcuni dei fatti più gravi avvenuti al G8 di Genova: sotto il profilo simbolico, morale e culturale sarebbe un atto importante, a prescindere dal contenuto delle sentenze.
Il potere politico e parlamentare in questi anni si è rivelato incapace, in tutte le sue componenti e in modo come detto bipartisan, di fare davvero i conti con la caduta di legalità costituzionale avvenuta nel luglio 2001: ora si vuole impedire anche alla magistratura di fare la sua parte, nel modo peraltro limitato che abbiamo detto. Questa ci pare una nuova, gravissima lesione dei principi democratici, un atto autenticamente eversivo.
Per queste ragioni l'8 luglio saremo in piazza con voi.
1 luglio 2008
Comitato Verità e Giustizia per Genova