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20.06.06

G8, Commissione d'inchiesta: una necessità democratica

COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA

G8, Commissione d'inchiesta: una necessità democratica


Sono passati cinque anni ma non è troppo tardi per sanare la ferita aperta
nel corpo della democrazia italiana dalle tragiche giornate del luglio 2001.
Il nuovo parlamento può e deve fare la sua parte, come previsto dal
programma dell'Unione, istituendo una Commissione d'inchiesta. Fra il 20 e
il 22 luglio 2001, durante il G8 di Genova, l'Italia visse un'autentica
sospensione dello stato di diritto. Un ragazzo fu ucciso durante le
manifestazioni. Amnesty International parlò della più grave limitazione di
massa dei diritti civili avvenuta in Europa dopo la fine della seconda
guerra mondiale e chiese la nomina immediata di una commissione
internazionale d'inchiesta indipendente. L'opposizione di allora propose
l'istituzione di una commissione parlamentare al fine di accertare tutte le
responsabilità, operative e politiche, dei gravissimi abusi compiuti dalle
forze di polizia per strada, nella scuola Diaz, alla caserma di Bolzaneto.
Il governo negò l'una e l'altra richiesta, concedendo soltanto la
formazione di un Comitato parlamentare d'indagine, privo dei poteri
spettanti alle Commissioni e quindi impossibilitato a svolgere un efficace
lavoro d'inchiesta.

A Genova intanto i tre maggiori processi scaturiti dai fatti del luglio
2001 sono tuttora in corso. Fra gli imputati figurano più di settanta
agenti delle varie forze di polizia (29 per i fatti della Diaz, 45 per
quelli di Bolzaneto), con imputazioni che vanno dalle lesioni al falso,
dalla calunnia alla violenza privata. La magistratura ha il compito
esclusivo di accertare eventuali responsabilità penali. E' questo un
compito essenziale, ma non sufficiente. A Genova nel 2001 si spezzò il
rapporto di fiducia che in ogni
democrazia funzionante deve legare i cittadini e le forze dell'ordine. E'
una frattura pericolosa che pesa ancora sulla nostra vita civile: nei
cinque anni trascorsi il governo e i vertici delle forze dell'ordine hanno
fatto ben poco per ricomporla. Servivano il massimo di trasparenza e un
rapido accertamento delle responsabilità, ancor prima che fossero avviati i
processi penali. Era necessario che i funzionari e i dirigenti imputati
dimostrassero senso dello stato e rispetto per le istituzioni, lasciando i
loro incarichi in attesa dell'esito dei processi. Non lo hanno fatto e
alcuni di loro sono stati addirittura promossi. Si è scelta così una
pericolosa chiusura corporativa, che danneggia la credibilità delle forze
dell'ordine e ne accentua la separazione dalla società civile.

Abbiamo perso cinque anni e non possiamo aspettare oltre.
La Commissione parlamentare d'inchiesta, che e' stata richiesta da oltre
10.000 firme apposte alla petizione lanciata da Arci, Comitato Piazza Carlo
Giuliani e Comitato Verità e Giustizia per Genova, è una necessità
democratica: la gravissima lesione costituzionale del 2001 può essere
sanata solo attraverso una operazione di trasparenza che restituisca
credibilità alle istituzioni.

Genova, 12 giugno 2006

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