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02.03.04

FINI HA QUALCOSA DA NASCONDERE?

COMITATO VERITA´ e GIUSTIZIA PER GENOVA
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Comunicato stampa

FINI HA QUALCOSA DA NASCONDERE?

Il vice primo ministro Gianfranco Fini sembra valutare la giustizia in termini aritmetici: «Il semplice fatto - ha detto, secondo quanto riportato dall´agenzia Ansa - che a 2 anni dagli eventi di Genova, la magistratura genovese abbia rinviato a giudizio più poliziotti e carabinieri che no global è la dimostrazione di come in Italia le cose non funzionino». Posto che è male informato, visto che nessun poliziotto o carabiniere è al momento rinviato a giudizio (per piazza Alimonda c´è stata un´archiviazione, per Diaz e Bolzaneto non sono nemmeno state depositate le richieste al gip), vorremmo chiedere a Fini:
1) per sperare in un processo alle decine di poliziotti che hanno massacrato 82 su 93 persone presenti alla Diaz, per poi arrestarle sulla base di prove inventate, dovremmo forse mandare in tribunale anche un numero equivalente di pestati, magari i sessanta e più finiti all´ospedale?
2) per Bolzaneto come ci regoliamo? Ci sono 45 agenti che rischiano il giudizio. Se fossero mandati a processo anche le decine di torturati, per Fini sarebbe il segno che la giustizia funziona?

Fini dice anche che "non si deve fare confusione fra aggressori ed aggrediti", e in questo siamo d´accordo con lui, anche se forse l´onorevole intende qualcosa di diametralmente opposto a quanto sosteniamo noi e tutti quelli che sono al corrente dei fatti accaduti a Genova, ossia i 300 mila che hanno partecipato ai cortei, tutti gli osservatori indipendenti nazionali e internazionali, organizzazioni come Amnesty International, la commissione per i diritti umani dell´Onu, vari governi stranieri che all´epoca protestarono per le violenze commesse dalle forze dell´ordine italiane...

Sfidiamo Fini a un confronto leale sui fatti di Genova e gli chiediamo: perché il suo partito e il suo governo non chiedono con noi l´istituzione di una commissione parlamentare sui fatti di Genova? Ha forse qualcosa da nascondere o da temere? Noi no.

Genova, 2 marzo 2004


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