15.06.05
DUE PROMOZIONI ARROGANTI
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comunicato stampa
DUE PROMOZIONI ARROGANTI
Un quotidiano ha riportato la notizia della promozione di due funzionari di
polizia - il dottor Alessandro Perugini e il dottor Vincenzo Canterini -
imputati di gravi reati per i fatti del G8 di Genova nel 2001. Speriamo
ancora che la notizia non sia vera e chiediamo al ministro dell'Interno
Pisanu di smentirla. Se invece fosse vera, come temiamo, ci troveremmo di
fronte a una triste e pericolosa dimostrazione di anfalfabetismo etico e
democratico. Per il dottor Perugini, imputato per i fatti della caserma di
Bolzaneto e per la vicenda di un minorenne arrestato e picchiato per
strada, e il dottor Canterini, comandante di un reparto intervenuto alla
scuola Diaz, vale naturalmente la presunzione d'innocenza come per tutti i
cittadini: toccherà ai tribunali stabilire eventuali responsabilità penali.
La promozione di entrambi, a processi appena cominciati, è però un atto di
arroganza e di miopia, che danneggia la credibilità della polizia di stato
e allarga il solco aperto a Genova fra i cittadini e le forze dell'ordine.
Amnesty International, nei suoi interventi in tutto il mondo, sottolinea
ogni volta che di fronte a processi per abusi commessi dalle forze
dell'ordine, e per evitare che violenze sui cittadini si ripetano, è
indispensabile agire con il massimo rigore, allontanando ogni ipotesi di
impunità. Perciò Amnesty Intrenational reputa necessari alcuni atti: la
condanna politica delle violenze, condanne penali per i colpevoli degli
abusi e sospensione degli agenti sotto inchiesta. Sono passaggi
indispensabili per evitare che si crei un clima di impunità, o che qualcuno
si senta legittimato a tenere certi comportamenti. Sono misure necessarie a
tutelare la qualità della democrazia. In Italia stiamo andando contro
tendenza: gli imputati eccellenti, invece di essere sospesi in attesa della
sentenza, sono addirittura promossi, nel totale disprezzo delle regole
minime di correttezza democratica e istituzionale. Queste promozioni, se
confermate, si aggiungerebbero a quelle già concesse a vari dirigenti di
polizia imputati a Genova, a dimostrazione che ai vertici delle forze
dell'ordine e del governo non ci si cura minimamente dei diritti di
cittadinanza e della credibilità etica e democratica delle forze di polizia.
Genova, 15 giugno 2005