29.10.02
Ci sarò, dopo Genova il mio sguardo è cambiato
Liberazione, 29 ottobre 2002 - articolo di Checchino Antonini
La madre di "una della Diaz": "Ci saro': dopo Genova il mio sguardo e' cambiato". Parla Enrica Bartesaghi, presidente del comitato "Verita' e giustizia"
"A Firenze per il social forum? Certo che ci saro': e' un'ottima occasione per conoscere e farci conoscere. Dopo Genova ho imparato le ragioni del social forum. Ho conosciuto meglio, ad esempio, i ragazzi dei centri sociali che prima guardavo con un po' di diffidenza e che poi mi sono trovata vicini. Andro' anch'io, il mio sguardo e' cambiato e sono d'accordo con le ragioni di fondo anche se non riesco a partecipare attivamente al movimento". Dal luglio 2001, l'occupazione principale di Enrica Bartesaghi, informatica lecchese di 47 anni, e' quella di seguire il destino processuale di Sara, 22 anni, una dei 93 della Diaz pestati senza ragione da cento e passa poliziotti ma ufficialmente ancora indagati per resistenza aggravata a pubblico ufficiale e associazione a delinquere con finalita' di devastazione e saccheggio. La signora Enrica, ieri, era gia' a Firenze, ospite dell'Arci locale, per presentare il comitato "Verita' e giustizia per Genova" di cui e' presidente. "Siamo in 12 variamente coinvolte per le questioni della Diaz, di piazza Manin (il massacro di pacifisti inermi, ndr)". Alberto Zoratti di Lilliput, Lorenzo Guadagnucci autore di "Noi della Diaz", Giulietto Chiesa presidente onorario. Sono loro alcuni dei compagni di strada della mamma di Sara, studentessa di scenografia a Brera, appassionata per le sorti del Sud del mondo che era andata a Genova con un'amica. Con una punta di ironia ne ricorda la vicenda a Liberazione: "Sara ha attraversato tutte le "caselle": la Diaz, l'ospedale Galliera per trauma cranico, Bolzaneto per altri calci e sputi poi il carcere di Vercelli. Racconta sempre di sentirsi fortunata perche' agli stranieri e' andata peggio e bastava avere una treccina per diventare una "bestia da circo". Dal sabato sera l'abbiamo persa, abbiamo sospettato che fosse morta. Invece le erano stati sospesi i diritti costituzionali, come per tutti non le e' stato possibile avvisare legali e familiari. Per un po' siamo vissuti nella paura, poi abbiamo deciso di fare qualcosa. E ho conosciuto Haidi Giuliani, Guadagnucci, Giulietto Chiesa".
Il comitato - che ieri sera, a Firenze, ha discusso col social forum e con alcuni sindacati di ps (Siulp e Silp) del pericolo di una svolta autoritaria nella gestione dell'ordine pubblico - si ripropone di tenere alta l'attenzione sulle inchieste e di raccogliere almeno un milione di euro per le spese processuali dei 300 tra testimoni, parti lese e indagati (per dettagli www. veritagiustizia. it). "Vogliamo arrivare in tribunale ad armi pari", dice ancora Bartesaghi. Al Fse avra' uno spazio per denunciare come "nessuno abbia ancora preso le distanze dai fatti di Genova, nonostante le prove emerse a carico della ps, come le molotov finte. Il capo della polizia e' ancora li'", commenta amaramente.
"L'anno scorso ero un po' preoccupata - racconta - per l'allarme costruito intorno alle giornate del Gsf ma credevo che questo fosse un paese in cui fosse possibile manifestare. La campagna in corso, in occasione dell'appuntamento fiorentino, e' molto pericolosa, direi infame anche se non e' una bella parola. E' una campagna che non ha alcun rispetto per chi sta lavorando all'evento e per chi partecipera'. Sembra tutta una cosa architettata per incutere il timore delle orde tra i cittadini. La paura sembra aver fatto presa su alcuni settori. Ma dalla paura non puo' nascere nulla di buono".