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07.04.05

6 aprile 2005, giornata della vergogna

COMUNICATO STAMPA DEL COMITATO VERITA' E GIUSTIZIA PER GENOVA:

Intervento di Enrica Bartesaghi
6 aprile 2005, giornata della vergogna

Dopo 3 anni 8 mesi e 16 giorni è iniziato il processo per il sanguinoso
blitz alla Scuola Diaz del 21 luglio del 2001.
Stipati come bestie in un'aula che potrebbe contenere la metà dei presenti,
le parti lese, ovvero alcuni dei manifestanti che furono selvaggiamente
picchiati se ne stanno in piedi, uno accanto all'altro, si guardano intorno
cercando di capire cosa succede.

Una decina di loro sono stranieri e, forse, pensano che il problema sia la
lingua italiana a loro sconosciuta, ma anche gli italiani non capiscono
nulla di quel che si dice in aula. Dopo l'appello capiscono solo che il
processo è stato rinviato al 19 maggio e che poi se ne riparla ad ottobre.
Capiscono solo che il presidente Di Mattei non ci sarà più perchè trasferito
ad altra sede e che un altro giudice nel frattempo andrà in pensione.
Quindi niente giudici, niente processo. Occorre trovarne altri,
ricominciare, chissà quando.

Sui volti dei manifestanti lo stupore, la stanchezza. Sono arrivati a Genova
dalla Germania, dalla Spagna, dall'Inghilterra, chiedevano giustizia per la
notte del 21 luglio del 2001, per essere stati ingiustamente arrestati,
manganellati fino allo svenimento, molti di loro deportati in seguito
all'arresto nel lager di Bolzaneto.
Hanno ottenuto solo un rinvio a chissà quando, la vergogna continua. E la
prescrizione per alcuni reati si avvicina.
Sarà un caso questo rinvio? Sarà stato un caso la scelta di giudici che
presto lasceranno Genova? Sarà un caso che tra gli imputati ci sono alti
dirigenti della Polizia nel frattempo promossi?
A me sembra che dietro tutto questo ci sia un ordine ben preciso: "Questo
processo non s'ha da fare!"

In rappresentanza delle parti lese, io, Lorenzo Guadagnucci e Vittorio
Agnoletto, al termine dell'udienza, chiediamo un incontro col Presidente del
tribunale (ed in seguito un colloquio telefonico col Procuratore Capo) e
così scopriamo che in realtà avevamo capito male, tutti, noi ed i nostri
legali: non si rinvia ad Ottobre, anzi già da Giugno un altro giudice si
occuperà del processo e ci saranno due udienze settimanali.

Staremo a vedere, ma non staremo in silenzio. Questo processo non riguarda
solo i 93 della Diaz ed i 28 poliziotti imputati di falsita' ideologica,
calunnia, lesioni gravi, violenza privata, danneggiamenti, perquisizione
arbitraria, percosse, furto e danneggiamenti, questo processo riguarda tutti
gli italiani, tutti quelli che ancora hanno a cuore la democrazia nel nostro
paese.

Al termine dell'udienza ho abbracciato Lena, tedesca, 23 anni a luglio del
2001:
percossa ripetutamente con manganellate alla testa e alle spalle, caduta a
terra percossa con calci alla schiena e al petto, presa per i capelli e
sollevata, calciata in mezzo alle gambe, sbattuta contro un muro,
manganellata ancora e presa a calci al petto e al ventre, successivamente
trascinata per i capelli lungo alcune rampe di scale, colpita ancora da
tutti i lati con manganelli.
Ha riportato:
trauma toracico addominale, fratture costali, con pneumotorace a destra e
contusione polmonare - trauma cranico, contusioni multiple, lesioni gravi
per il conseguente indebolimento del 30% della funzione respiratoria e della
locomozione del braccio e collo.

Eppure Lena a Genova, il 6 aprile del 2005, c'era. Non c'erano la maggior
parte degli imputati, non c'erano i parlamentari democratici, non c'erano i
rappresentanti dei movimenti, dei girotondi, della società civile, non
c'erano i media nazionali.


Enrica Bartesaghi

Presidente Comitato Verità e giustizia per Genova

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